“Questa non è la cooperazione, è il suo volto peggiore”, il commento dei segretari provinciali dei sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher sulla vicenda che riguarda 75 magazzinieri del Sait, il consorzio delle cooperative di consumo trentine.
I dipendenti sono costretti a cedere il loro contratto alla Movitrento entro giugno, oppure andranno in Naspi (indennità mensile di disoccupazione). “Un vero e proprio ricatto”, aggiungono i sindacati. “Con la comunicazione di oggi (ieri, 13 giugno) cade la maschera di falso buonismo del presidente Dalpalù e Sait si conferma una realtà che è interessata solo a tagliare il costo del lavoro senza alcun interesse per i propri dipendenti. Questa non è la cooperazione, è il suo volto peggiore”.
I lavoratori sono ad un bivio. “Se accettano di firmare la proposta Sait, cioè la cessione del loro contratto a Movitrento – sottolineano i sindacati -, sottoscrivono il peggioramento delle loro condizioni di lavoro e hanno la certezza che sul loro futuro non ci sarà più una garanzia di continuità occupazionale”.
Nel passaggio a Movitrento non ci sarebbe nessuna tutela. “Sait ne è consapevole – continuano i sindacati – e volutamente ha scelto questa strada, che non è altro che un appalto vero e proprio senza alcuna clausola sociale. Avrebbero potuto tutelare veramente questi loro dipendenti scegliendo la cessione del ramo d’azienda o il distacco. Invece, al di là di quanto dichiarano i vertici alla stampa e peggio in assemblea dei soci, hanno scelto di svendere al miglior offerente i loro lavoratori, solo per tagliare i costi. Non c’è nessun altro scopo”.
Filcams, Fisascat e Uiltucs non nascondo anche la delusione per il silenzio della Provincia. “Denunciamo questa situazione da settimane e la Giunta provinciale e l’assessore Spinelli non hanno mosso un dito. Parliamo del futuro di 75 lavoratori e delle loro famiglie”. Domani, mercoledì 15 giugno, è in programma un’assemblea a cui seguirà un presidio di protesta. Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno anche già contattato i loro legali di riferimento e sono pronti anche a ricorrere al giudice impugnando il licenziamento.
Non si è fatta attendere la replica di Sait. “Il processo di dotarsi dei servizi di un’azienda specializzata in logistica – ha precisato -, soluzione adottata dalla maggioranza degli operatori della distribuzione, è iniziato nel 2010 ed è stato un percorso sviluppato in trasparenza e con il conforto dell’approvazione di tutte le sigle sindacali. Proponiamo la soluzione a un problema, non un ricatto“.
Sait sostiene anche che “da 6 mesi chiede alle rappresentanze dei lavoratori un confronto, ottenendo solo dichiarazioni di indisponibilità e giornate di sciopero”. Il consorzio delle cooperative di consumo trentine aggiunge che propone ai dipendenti “il mantenimento del proprio posto di lavoro alle dipendenze della cooperativa Movitrento, cooperativa trentina sottoposta ai controlli della Federazione e che opera nella nostra provincia da oltre 20 anni”; “di svolgere lo stesso lavoro di oggi”; “di svolgere tale lavoro presso la stessa sede, ossia nello stabilimento di via Innsbruck”, “il contratto di riferimento sarà quello del commercio, al pari di quello attuale“; “ogni collaboratore manterrà nel trasferimento alla Movitrento il proprio inquadramento, la propria anzianità di servizio oltre ad eventuali ad personam”; “per chi già oggi gode delle tutele previste dall’art. 18, le stesse saranno mantenute anche dopo il trasferimento”; “per chi lo richieda, Sait ha dato la disponibilità a liquidare il TFR maturato fino alla data del trasferimento a Movitrento”.
Infine, sul contratto integrativo, Sait specifica che “date le caratteristiche del contratto non è ipotizzabile trasferire ad altra azienda le condizioni del contratto integrativo Sait. Essendo il contratto Sait composto di una parte fissa ed una parte variabile – conclude -, legata ai risultati, l’azienda si è dichiarata disposta ad erogare in via anticipata l’importo di euro 3mila corrispondente a circa 2 annualità della parte fissa”.
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