Al Polo Meccatronica di Rovereto nasce in ProM Facility, il software che genera in automatico i file 3D necessari per stampare targhe e materiali segnaletici in Braille.
“L’idea mi era venuta già anni fa – spiega Matteo Perini, ingegnere e tecnologo del laboratorio di prototipazione meccatronica di Trentino Sviluppo, artefice del software -, in occasione di una precedente esperienza lavorativa al MUSE, dove il tema dell’inclusione sociale era all’ordine del giorno. Così quest’anno ho iniziato a pensare alla fattibilità del software. Non ero sicuro del risultato. Inoltre, prima di partire con la programmazione, dovevo imparare l’alfabeto Braille e come convertire le lettere in solidi”.
Non è così semplice creare una targa, un pannello segnaletico o una stampa informativa in Braille: normalmente, infatti, il designer incaricato della progettazione non conosce quest’alfabeto, e potrebbe quindi incappare in errori di conversione e copiatura dei caratteri.
Il software ideato da Perini permette di generare automaticamente i file 3D pronti poi per essere stampati, sempre attraverso la tecnologia “3D printing”. I primi test, effettuati con i sistemi Multi Jet Fusion (MJF) e della stereolitografia (Sla) hanno dato un esito positivo. I testi sulle targhe sono infatti ben definiti e facilmente leggibili.
Ad oggi nel mondo esistono due alfabeti Braille: a 6 punti e a 8 punti. Quello a 6 punti – il più consueto – permette solo 64 combinazioni differenti, non sufficienti a restituire la complessità di tutte le lettere che utilizziamo.
In Braille non si scrivono solo parole, ma anche numeri, note musicali, formule chimiche e matematiche, giochi di carte. Ci sono poi adattamenti agli alfabeti diversi da quello latino, come arabo e cirillico. I simboli vengono quindi riutilizzati e acquisiscono significati diversi a seconda del contesto: a volte due o tre simboli vengono combinati insieme per formare una sola lettera, come ad esempio la @ delle email. Per questo motivo, più i simboli vengono tracciati in modo chiaro e coordinato, maggiori saranno le possibilità di restituire un messaggio articolato in maniera corretta.
Nei prossimi giorni il software open-source verrà messo in rete e potrà essere usato gratuitamente da tutti i designer che devono stampare materiali accessibili alle persone con disabilità visive.
“La trovo un’idea molto interessante – osserva Giuliano Beltrami, giornalista cieco e vicepresidente della sezione trentina dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti – perché va incontro ad un’esigenza non banale: consentire di comunicare con il metodo di scrittura Braille anche a chi il Braille non lo conosce. Vale in particolare per i docenti curriculari (i colleghi di sostegno si presume lo conoscano), ma può valere per i trascrittori delle case editrici o per gli stampatori. L’incognita, verificata in altri tentativi simili, era rappresentata dall’esatta collocazione dei puntini e dallo spessore, ovvero quegli elementi capaci di renderli leggibili: incognita in questo caso superata a pieni voti”.
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