“Può darsi che nella rara occasione in cui per seguire la giusta rotta ci voglia un atto di pirateria, la pirateria stessa possa essere la giusta rotta”. Oggi il Giro d’Italia non scomoda l’alta letteratura, ma bensì pesca a piene mani dalla saga cinematografica di Pirati dei Caraibi. Viene da sorridere pensando a dove si corre oggi, e allora cosa centrano le montagne da Salò ad Aprica con i pirati? La risposta è molto semplice, ventotto anni fa tutti gli appassionati di ciclismo si sono innamorati follemente della pirateria.
Il 5 Giugno 1994 un ragazzo di 24 anni corre una delle ultime tappe di quel Giro d’Italia. Si passa proprio su un percorso simile ad oggi: prima Mortirolo, poi valico di Santa Cristina e arrivo ad Aprica. Sulle prime rampe del Mortirolo il ragazzo decide di attaccare. In quegli anni il principe indiscusso della corsa rosa era Miguel Indurain. Vedersi scattare in faccia da questo ragazzo è un affronto. Quando si arriva sul valico di Santa Cristina il ragazzo attacca ancora. Tuttavia lascia tutti lì di stucco e se ne va a vincere in solitaria. Non ci sono altre tappe per assediare la maglia rosa. Il ragazzo vorrebbe divorare pure il tempo, ma si sa che bisogna essere pazienti. Ancora qualche anno e l’Italia intera si fermerà ad osannarlo, perché Marco Pantani è il Pirata rimasto da quel giugno nel cuore di tutti.
202 km con oltre 5000 metri di dislivello attendono i corridori nella tappa odierna. Da salò ad Aprica, passando per Goletto di Cadino, Passo del Mortirolo, Teglio e infine il valico di Santa Cristina. La fuga di giornata è ricca di scalatori. Tra una rasoiata e l’altra rimangono davanti in otto, tra cui la maglia azzurra Bouwman. Sulla salita breve ma micidiale di Teglio, davanti rimangono solo Carthy, Valverde, Poels, Kämna, Hirt e Arensman. A 20 km dal traguardo Kämna se ne va via da solo. Tuttavia non riesce a fare il vuoto e a 8 km dal traguardo si vede raggiungere da Arensman e Hirt. Proprio quest’ultimo scollina da solo, resiste al rientro dei big e vince a braccia alzate ad Aprica. Tra i big di giornata, Landa, Carapaz e Hindley sembrano avere un passo differente rispetto agli altri avversari. Nibali si lascia andare, mentre Almeida prova a tenere duro, staccandosi di poco.
Maglia rosa ancora sulle spalle di Carapaz tallonato da vicino dai suoi diretti avversari (Hindely gli è dietro di soli 3 secondi). Maglia azzurra ben solida sulle spalle di Bouwman, mentre la maglia bianca è difesa egregiamente da Joao Alemida.
Piove sul traguardo dell’Aprica. Quasi il cielo si commuovesse per le imprese degli eroi odierni sull’eco di quelli del passato. Per colmare questo vuoto che attanaglia il petto, forse un po’ di vino scalderebbe il cuore. Allora meglio aprire una bottiglia di Sforzato, un rosso passito secco della Valtellina. Questo vino deve il suo nome alla tecnica di produzione, cioè quella di “sofrzare” le uve, concentrandole maggiormente per creare una base strutturata.
Lascia una recensione