“Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna”. Così descriveva il potere della natura il poeta britannico William Wordsworth. Come è possibile dargli torto, guardando gli splendidi paesaggi che il giro d’Italia ci consegna con la quindicesima tappa? La voce della montagna in questione è quella del massiccio del Gran Paradiso, dove alle sue pendici si rifugia il piccolo abitato di Cogne, sede dell’arrivo odierno.

La quindicesima frazione chiude la seconda settimana facendo salire l’acquolina in bocca agli scalatori. Infatti da Rivarolo Canavese a Cogne le montagne sono tutte concentrate sul finale di tappa. Gli ultimi 50 chilometri presentano tre lunghe salite. La prima è la Pila-Les Fleurs (12 km al 7% di pendenza media), la seconda sarà la salita di Verrogne (14 chilometri al 7,5% di pendenza media) ed infine la terza è quella di Cogne (22 km al 4% di pendenza media). L’ultima salita non è da sottovalutare, visto che arriva dopo due montagne di prima categoria. Inoltre il giorno di riposo di domani non è detto garantirà il recupero necessario per la tappa regina di martedì. La fuga di giornata parte solo dopo 80 km di gara, perché il gruppo non lascia andar via nessuno. Negli attaccanti di giornata brillano Giulio Ciccone, Santiago Buitrago, Antonio Pedrero e Hugh Carthy. Mentre i big di classifica rifiatano dopo le fatiche di ieri il nostro Giulio Ciccone si regala una giornata da re, andando a trionfare da solo sul traguardo di Cogne!

Carapaz difende la maglia rosa, Almeida quella bianca, mentre Bouwman sfila la maglia azzurra a Diego Rosa.

In questi luoghi il silenzio e la natura regnano sovrani e accompagnano il ritmo di una giornata intensa e molto faticosa. Le prelibatezze di Cogne che forse si concederanno i nostri ciclisti sono diverse. Bisogna, però, ricordare sicuramente la Seupetta, una zuppa a base di riso e fontina DOP,  e invece tra i dolci, la crema di Cogne, delizioso dessert al cucchiaio a base di panna, zucchero, cioccolato fondente e un goccio di rhum.