Molti ragazzi e ragazze, chi dopo aver concluso il proprio percorso educativo scolastico e chi è ancora indeciso su che strada prendere per il futuro, si trovano a voler entrare nel mondo del lavoro. C’è chi racimola qualcosa durante le stagioni invernali ed estive, chi lavora nei fine settimana e chi fa turni serali e c’è chi non ha mai lavorato in vita sua. E c’è chi, come Simone Litterini, 26 anni, ha potuto applicare le conoscenze assimilate durante i suoi anni di studio durante l’anno di servizio civile svolto presso l’ufficio informatico della Curia. “Il servizio civile – ci racconta ricordando la sua esperienza con il gruppo NOI Trento – lo consiglierei a tutti. È un’ottima maniera per interfacciarsi con il mondo del lavoro, nel mio caso, attraverso qualcosa di simile ad un tirocinio: riuscire ad abitare in un contesto lavorativo, a sapersi relazionare con i colleghi e con le persone sopra di te, avere degli orari e saperli rispettare. Ho appreso molto da questa esperienza, mi è stata data una grande possibilità”.
Laureato in bioinformatica a Verona, durante il percorso di magistrale in bioinformatiche mediche si rende conto che la strada che ha intrapreso non è fatta per lui. Scopre del progetto di servizio civile proposto dal gruppo NOI Trento degli oratori e, essendo già in contatto con alcuni dei responsabili dell’associazione, chiede maggiori informazioni e la sua voglia di fare nuove esperienze lo convince a intraprendere questa nuova avventura.
Nei primi mesi svolge attività presso l’oratorio di Mori come animatore, ruolo che ha ha ricoperto per tempo presso l’oratorio di San Lorenzo in Banale, paese dove ha trascorso i suoi primi dieci anni di vita. “L’attività svolta non era però inerente al progetto del servizio civile scelto. Dopo poche settimane – ricorda Litterini – sono ‘passato’ all’ufficio tecnico informatico presso gli uffici della Curia e le strutture degli enti collegati”. Dopo il primo approccio – Simone sembra rassegnarsi a passare tutto il tempo chiuso in ufficio – rimarrà stupito invece della possibilità offerta di interagire con molte persone, in maniera trasversale, nel momento in cui dava supporto a loro, conoscendo molte realtà e molte figure importanti. Per non parlare della rete di persone che è riuscito a creare e che mantiene tutt’oggi, con i responsabili e i collaboratori di NOI Trento, o con i ragazzi frequentanti il servizio civile, con i quali ha saputo coltivare delle belle amicizie. Porterà sempre con sé l’esperienza comunitaria di due giorni dai padri dehoniani a Villazzano, un momento condiviso di conoscenza non solo con gli altri ragazzi del servizio civile, ma anche di se stesso.
Una volta terminato l’anno, prova a buttarsi nel mondo del lavoro in un’azienda di robotica, nel reparto di divisione artificiale dove viene assunto per un anno. “L’anno più brutto della mia vita”, commenta però Simone, arrivato al punto di licenziarsi. Senza un lavoro, decide di sentire un vecchio contatto avuto dal suo responsabile di servizio civile che gli offre un’occupazione in un’azienda di programmazione informatica per lo sviluppo mobile di applicazioni bancarie (come Inbank), dove ora è assunto e riesce a tenere in equilibrio il lavoro e la sua vita personale. “Vedi? Se non avessi fatto il servizio civile non sarei qua”.
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