“Gaucho americano” del cileno Nicolas Molina è il miglior film, tra i 15 lungometraggi in concorso, della 70esima edizione del Trento Film Festival. La proclamazione dei vincitori si è svolta oggi (sabato 7 maggio) a palazzo Geremia.
“La lavorazione di questo documentario – ha detto il regista, presente in sala – è stata un’avventura lunga e impegnativa”. Il documentario segue un paio di mandriani della Patagonia che emigrano nell’Idaho americano per lavorare come allevatori di pecore. Secondo la giuria composta dalla giornalista Marta Balaga, dal regista Michelangelo Frammartino, dagli alpinisti Illum Jacobi e Stefania Troguet e dal docente universitario Christian Quendler “il film descrive magnificamente le difficoltà quotidiane dei due protagonisti, dimostrando quale prezzo ha, per alcuni, il sogno americano”.
La Genziana d’oro per il miglior film d’alpinismo, popolazioni e vita di montagna è andata a “Dark red forest” del cinese Jin Huaqing. Al centro della “pellicola” le monache buddhiste che vivono in un monastero su un altopiano innevato del Tibet. Miglior film, Genziana d’oro, di esplorazione o avventura per “La panthère des neiges” di Marie Amiguet (franco svizzera) e del francese Vincent Munier. Anche in questo caso il film è ambientato in Tibet. Ma qui si va alla ricerca del mitico leopardo delle nevi. Il premio della giuria è andato a “Lassù” di Bartolomeo Pampaloni, protagonista un eremita che vive sopra Palermo, in un osservatorio militare abbandonato sul monte Gallo. Miglior corto è risultato “Heltzear” dello spagnolo Mikel Gurrea ambientato a San Sebastian durante il conflitto basco.
Nel corso della cerimonia di proclamazione dei vincitori è stato annunciato che prossimamente verrà attivata una piattaforma in Rete (“inquota”) dove si potranno vedere 52 film (uno a settimana) che sono passati al festival o fanno parte della cineteca del Cai. Nella prima metà di giugno una selezione dei film dei festival è in programma a Bolzano.
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