“Il lago inizia qui”, si legge camminando per le strade di Riva del Garda e posando gli occhi a terra, nei pressi dei tombini. Accanto all’indicazione ci sono dei pesci che ricordano che la salute del lago è anche la salute delle persone: per questo bisogna prendersene cura.
Mozziconi di sigaretta, plastiche e altri rifiuti che vengono gettati ogni giorno nei tombini inquinano il lago, perché vi sono collegati direttamente o indirettamente. Le targhette “Il lago inizia qui” sono state poste nei punti più strategici e nelle zone a maggior traffico pedonale, ma è stato anche creato un sito web dedicato dove saranno presentate alcune “buone azioni” da seguire per essere più rispettosi delle acque lacustri. Saranno anche promosse delle azioni complementari nelle scuole per sensibilizzare i più giovani. Il tutto fa parte di un progetto promosso dal Comune di Riva del Garda e da AGS (Alto Garda e Servizi) e lanciato a fine marzo; un progetto che vuole allargarsi anche agli altri comuni che si trovano sulle sponde del lago e lungo l’asta fluviale della Sarca, ricettore di acque meteoriche e principale immissario del lago.
Non sono solo le acque destinate al consumo umano che devono interessarci: anche le acque meteoriche che attraverso le caditoie stradali e le condotte di fognatura bianca arrivano al lago ci riguardano. Nel territorio di Riva, ci sono circa 3 mila caditoie e oltre due chilometri di griglie stradali collegate tra loro con 34 chilometri di rete, i cui vari ramali recapitano nei torrenti Albola e Varone, nel rio Galanzana o direttamente nel lago.
Con i suoi 49 miliardi di metri cubi d’acqua, il Garda è una riserva naturale di acqua dolce che rappresenta il 40% dell’intero patrimonio nazionale di acqua. Se ne parla sempre pensando a turismo, navigazione, sport d’acqua e in minima parte ad irrigazione o riserva di acqua da bere.
Con questo progetto, l’amministrazione di Riva del Garda ribadisce i punti espressi nel “contratto di lago” sottoscritto lo scorso 7 giugno con la Comunità del Garda. Lo scopo? Mitigare e prevenire i rischi ambientali, favorire un riequilibrio dell’ecosistema e un uso sostenibile delle risorse, ma anche – non da ultimo – diffondere la “cultura dell’acqua”. L’acqua, infatti, è un tema centrale e trasversale nell’Agenda 2030, che le dedica due obiettivi specifici: gestione delle risorse e salvaguardia dei mari.
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