Libertà di informazione, alla vigilia della Giornata mondiale Trento ricorda i giornalisti uccisi nella guerra in Ucraina

A Trento la manifestazione per la libertà di informazione, alla vigilia della Giornata mondiale. Foto fnsi.it

I nomi dei giornalisti uccisi durante la guerra in corso in Ucraina e i nomi e le foto di giornalisti uccisi o imprigionati in altre parti del mondo solo perché facevano bene il loro lavoro, stampati su fogli di carta e tenuti bene in vista da colleghi trentini e altoatesini, hanno aperto la Manifestazione nazionale sulla libertà di informazione, promossa oggi 2 maggio, alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa, per la terza volta a Trento, per iniziativa del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige e del presidio regionale dell’associazione Articolo 21, con il patrocinio del Comune di Trento.

Giuseppe Giulietti, presidente della Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani, ha richiamato le ragioni che rendono così necessario tenere accesi i riflettori sull’informazione e su tutto ciò che la minaccia, minando le fondamenta stesse della democrazia. “Assistiamo ad una crescita continua delle minacce nei confronti dei giornalisti, aumentate nel 2021 del 41% rispetto al 2020 soprattutto sul web – ha detto – . Ci chiediamo se la Costituzione italiana è stata sospesa in rete, dove tutto sembra permesso. Rileviamo poi come incida sulla libertà di stampa il problema irrisolto dell’equo compenso per il lavoro giornalistico e quello delle querele bavaglio“.

Poi, tutti al piano di sopra, nella sala di rappresentanza del Comune di Trento, dove il sindaco Franco Ianeselli, con la giunta comunale, ha aperto gli interventi. “Siamo qui per convinzione e con passione per la libertà di informazione. L’informazione o è libera, o non è. Giustamente la Carta dei doveri del giornalista indica nel pubblico dei lettori il riferimento per il giornalista“, ha detto, indicando nel lavoro dei giornalisti uno stimolo fondamentale per chi amministra la cosa pubblica e concludendo con l’augurio a ciascuno di lavorare, nel proprio ruolo, “per un’informazione indipendente e sempre più autorevole”.

Il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, richiamandosi alla recente missione in Italia della delegazione europea di MFRR – Media Freedom Rapid Response, organizzata da OBC Transeuropa in collaborazione con FNSI, Articolo 21 e Ordine dei Giornalisti per raccogliere elementi sul sistema di protezione dei giornalisti minacciati e/o sottoposti a “querele bavaglio” e per fare il punto sulla legislazione italiana in tema di diffamazione, ha ricordato le diverse questioni aperte sul tema della libertà di stampa in Italia. “Nonostante le sentenze della Corte europea nel nostro Paese stiamo ancora aspettando che si abolisca il carcere per i giornalisti, che si ponga un argine alle querele bavaglio e si garantisca la tutela delle fonti, riconosciuta solo ai giornalisti iscritti all’Albo, che è un cardine per la libertà di informazione”. Se la situazione in Italia era critica per l’esistenza di un duopolio televisivo, oggi se è possibile è pure peggio, ha aggiunto, dal momento che la dieta informativa degli italiani è determinata dagli interessi di pochi soggetti che decidono cosa farci leggere nei nostri device.

Anche la presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino – Alto Adige/Sudtirol, Elisabeth Mair, si è soffermata nel suo intervento sul modo in cui il web ha modificato il modo di informarsi, contribuendo a dare consistenza all’opinione che non ci sia più bisogno della mediazione giornalistica. “Lo abbiamo sperimentato nel periodo della pandemia: il web genera un’informazione fai-da-te, che facilita la diffusione di fake-news e delle voci antiscientifiche”. Mair ha sollevato anche il problema del precariato e della mancanza di una giusta retribuzione per i giornalisti, “una professione sempre più disprezzata e privata di valore”. Così i giornalisti diventano “precari, sostituibili, ricattabili” e l’informazione non viene più percepita come un bene comune. Mair ha anche denunciato i rischi, “anche nella nostra Regione”, di una riduzione del pluralismo informativo. Ma le concentrazioni editoriali, ha ammonito, non sono un rischio solo per l’occupazione – come ricorda la vicenda del “Trentino, il quotidiano chiuso dal gruppo Athesia e la cui vicenda è stata ricordata da Paolo Silvestri, del comitato di redazione -, perché incoraggiano forme di pressione politica ed economica.

La necessità di un’informazione non piegata a interessi economici o particolari è stato ricordata dai segretari generali della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli, e della Cisl del Trentino, Michele Bezzi. Mentre il segretario del sindacato dei giornalisti del Trentino – Alto Adige, Rocco Cerone, ricordando che il 5 maggio ci sarà una nuova udienza dal Giudice del Lavoro per la vicenda “Trentino” – “che dopo 14 mesi siamo riusciti a portare all’attenzione dell’assessore al lavoro della Provincia di Trento, che ci ha finalmente ricevuto” -, ha espresso comunque fiducia per l’apertura, in autunno, di una “nuova voce” quotidiana nel panorama editoriale trentino.

Al termine dell’incontro, a cui era presente anche una delegazione di Amnesty International di Trento, sono state simbolicamente consegnate da parte di Roberto Rinaldi di Articolo 21 delle targhe di ringraziamento alla famiglia di Antonio Megalizzi, il giovane giornalista europeista rimasto vittima dell’attentato di Strasburgo dell’11 dicembre 2018, il cui impegno e i cui ideali trovano continuità nella Fondazione a lui intitolata (a ritirarlo c’erano i genitori di Antonio e la collega Caterina Moser)  e all’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, nato 22 anni fa come piattaforma per raccontare una regione europea che molti cittadini europei, all’indomani della guerra nei Balcani, avevano conosciuto e sentivano vicina, e che oggi come allora continua a cercare di contrastare, ha detto Chiara Sighele di OBCT, “il buio informativo su territori e aree che nella cronaca degli Esteri sono trascurati”. OBCT svolge però anche un prezioso lavoro di advocacy sui temi della libertà di informazione, capace di costruire alleanze efficaci con le istituzioni europee, ad esempio sulla controversa questione delle cosiddette “querele bavaglio” (che con sigla inglese sono definite “Slapp”): la proposta di direttiva e la raccomandazione della Commissione pubblicate il 27 aprile scorso costituiscono una svolta storica nel percorso europeo a contrasto delle querele bavaglio – che OBCT ha seguito partecipando già dalla sua costituzione alle attività della “CASE” (Coalizione contro le Slapp); ma molta strada c’è ancora da fare.

In chiusura, Ekaterina Ziuziuk dell’associazione Bielorussi in Italia Supolka e presidente regionale di Articolo 21, ha mostrato nomi e volti di giornalisti in carcere in Bielorussia per la loro ricerca della verità, condannati “perché facevano il loro lavoro”, e ha congedato la sala, lei che è anche cantatrice, eseguendo un brano popolare ucraino, “popolo fratello”.

Domani 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa 2022, la Federazione nazionale della Stampa italiana, Amnesty International Italia e l’associazione Articolo21 promuovono un sit-in alle 11, nei pressi dell’Ambasciata della Federazione Russa, a Roma, per protestare contro l’invasione dell’Ucraina e il bavaglio imposto ai media indipendenti russi e bielorussi.

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