Folla a Trento ai funerali del giovanissimo Giovanni Bernabè

Mamma Francesca con alcune compagne di Giovanni della classe 4I

Era inondato di fiori e di sole e gremito di persone il cimitero di Trento mercoledì 20 aprile per l’ultimo saluto a Giovanni Bernabè, il diciottenne appassionato di arrampicata morto tragicamente la mattina di Pasqua dopo una caduta dalle Placche Zebrate di Dro. Tantissimi i giovani presenti (gli amici della parrocchia e della scuola di giocoleria, i compagni del liceo Leonardo da Vinci) che si sono stretti intorno alla famiglia di Giovanni, composta e unita nel dolore.

Don Lino Zatelli, parroco di San Carlo nel rione della Clarina, che ha presieduto la cerimonia, ha ringraziato i genitori e il fratello di Giovanni per la loro testimonianza di amore e di fede; ha poi invitato ad ascoltare quello che ancora Giovanni ha da dire alle persone che gli hanno voluto bene, a riconoscere i segni della sua presenza nei luoghi che ha frequentato, e a pensare a lui come a una pianta sempreverde, non come a un fiore reciso. Una sua amica, Margherita, ha ricordato nel messaggio letto alla fine del rito funebre il sorriso di Giovanni: nessuno tra chi lo ha conosciuto lo potrà dimenticare.

Giovanni aveva un grande amore per la natura. Amichevole e generoso, si faceva voler bene per la sua anima pura, per la sua delicatezza, per la sua silenziosa gentilezza e la sua attenzione nel mettere a proprio agio le persone che lo circondavano. Era disponibile con tutti e non lasciava mai indietro nessuno; era capace di aiutare gli altri con umiltà, senza farli sentire in difetto, e il suo sorriso sereno trasmetteva tranquillità”: così l’hanno ricordato i compagni e i professori del liceo Leonardo Da Vinci.

A mamma Francesca, a papà Michele, al fratello Pietro, al nonno Antonio, corrispondente del nostro settimanale, e a tutti i suoi cari la cristiana vicinanza della redazione di Vita Trentina.

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