“Questa guerra alle nostre porte, che è presente anche da noi nel volto segnato dalle lacrime di tanti uomini e di tante donne dall’Ucraina, dice che dentro ognuno di noi abita il dittatore, il manipolatore, l’uomo che vive confliggendo con il fratello”.
Sono queste le parole che l’arcivescovo Lauro Tisi ha usato oggi, domenica 10 aprile, nell’omelia per la Domenica delle Palme nel Duomo di Trento. Parole che descrivono come la guerra non sia una questione solamente “esteriore”, perché, come ha detto Tisi, “l’iceberg di questa guerra dice una storia più lunga e molto presente nella nostra vita, perché ognuno di noi cammina con sogni di potere, facendosi beffa dei suoi fratelli. Ognuno di noi porta la guerra dentro di sé, ogni volta che vede il fratello come avversario e come competitor”.
In questi ultimi due mesi, ha detto l’Arcivescovo esordendo nell’omelia, per tutti sono diventate normali “parole come fronte o trincea, per noi relegate alla stanza di un museo o ai percorsi turistici, parole che fino a due mesi fa per noi appartenevano al libro di storia e all’arredo museale. Trincee che erano il luogo della nostra visita turistica per ricordare le guerre del secolo breve sono diventate attualità e accompagnano le nostre cene e i nostri pranzi, occupano i talk show televisivi del dopo cena, dove in un batter d’occhio virologi e virologhe con i loro dibattiti surreali e contradditosi hanno lasciato il posto a esperti di strategie militari e alle mappe belliche. Le mappe belliche, che appartenevano ai libri di storia, ora sono immagini per vedere dove si sposta il conflitto nella non lontana Ucraina”.
Come i nostri avi si sono recati in Moravia per cercare un futuro migliore, ecco che oggi la storia ritorna in maniera ciclica: “Ancora una volta la passione di Cristo continua nella storia nella storia del nostro tempo – ha detto monsignor Lauro Tisi -. Ancora una volta quel cliché di menzogna, disinformazione, complotti, violenza e arbitrio ha toccato l’uomo di Nazareth. Ancora una volta tutto questo si riversa nella storia degli uomini che continuano la passione del maestro. Questo risveglio scioccante, che data soltanto 2 mesi, è lì a dire la smemoratezza del nostro continente, che per decenni si è mosso dentro logiche di autoreferenzialità, logiche di egoismo dove il mantra era ‘io e nessun altro’, ‘io vincente’, ‘io che posso fare a meno di tutti'”.
La guerra in Ucraina, secondo il vescovo Lauro Tisi, ci rivela le nostre dimenticanze. “Lo shock di questi giorni rivela la smemoratezza di prima. Rivela che siamo vissuti in superficie, che in realtà non siamo vissuti, ma abbiamo mandato in onda una parodia di vita dove a farla da padrone erano le logiche tristi di uomini e di donne che si vantavano di poter camminare da soli, senza nessuno, di uomini e di donne che si muovevano come onnipotenti”.
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