Ritratti di Santi. Lunedì 21 marzo il terzo appuntamento, con la biografia del beato Angelo Paoli

Lunedì 21 marzo 2022 alle ore 20.30 presso il Santuario Madonna delle Laste di Trento torna l’appuntamento con l’itinerario quaresimale Ritratti di Santi, proposto dal Movimento Ecclesiale Carmelitano. I profili preparati da P. Antonio M. Sicari per la Quaresima 2022 propongono alla meditazione cinque figure piuttosto recenti: una del secolo XVII, una del XIX e ben tre del ventesimo secolo. Storie di santità diverse tra loro, ma tutte ugualmente attuali e attraenti, radicate nell’amore incondizionato alla persona di Cristo.

Dopo aver approfondito le figure della beata Sandra Sabattini (1961 – 1984), giovane fidanzata e studentessa, che apparteneva alla Comunità Giovanni XXIII; e del beato Stefan Wyszyński (1901 – 1981), cardinale primate di Polonia durante la Guerra Fredda; la terza serata del ciclo di incontri si incentra sulla biografia del beato Angelo Paoli (1642 – 1720), padre carmelitano al quale dobbiamo l’usanza di celebrare la via Crucis al Colosseo il Venerdì Santo.

Le tradizioni più significative e più care, molto spesso, si radicano nella nostra quotidianità così bene che si finisce per dimenticarne l’origine. È il caso della bella usanza che porta il Pontefice, il Venerdì Santo di ogni anno, a celebrare la Via Crucis al Colosseo. Pochi sanno, infatti, che fu il beato Angelo Paoli, padre carmelitano, sul finire del secolo XVII, a cominciare questo pio esercizio. Maestro dei novizi, ebbe notevoli qualità di educatore e proprio in questa veste pensò che fosse particolarmente preziosa la possibilità di ripercorrere i passi della Passione di Gesù nel luogo in cui tanti cristiani Lo avevano seguito fino all’effusione del sangue.

Ma la vocazione più vera del beato Angelo Paoli fu, forse, quella alla carità, che lo spinse con forza verso poveri e ammalati, nei quali vedeva e amava Cristo sofferente, e che gli valse l’appellativo di “padre dei poveri”. Per poter dedicare ad essi tutto il tempo di cui disponeva, domandò di essere sollevato dall’incarico di formatore e fu talmente creativo e fantasioso, che alcuni lo considerano a buon diritto il precursore della clownterapia o “terapia del sorriso”. Per ben due volte, da due papi diversi, rifiutò la dignità cardinalizia poiché gli avrebbe sottratto tempo prezioso da dedicare ai suoi malati «quando ne aveva già così poco» (così scrive il suo biografo).

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