“Stipendi sproporzionati al costo della vita, ai rischi, alle responsabilità, al carico di lavoro, all’elevata formazione universitaria, fino alle mobilità e ai part-time negati”. Sono solo alcune delle richieste che porteranno il sindacato degli infermieri “Nursing Up Trento” a scendere in piazza venerdì 11 marzo per protestare contro “una politica che non ci ascolta”.
“Dalle 10 alle 12 – spiega Cesare Hoffer, coordinatore di Nursing Up Trento – saremo davanti al commissariato del governo a Trento, in via Piave 1, al Commissario e al presidente della Giunta di Trento consegneremo il documento con le nostre richieste”.
Tra le preoccupazioni portate avanti dal sindacato ci sono anche “carenza di personale, precariato, graduatorie non portate a termine e sottoutilizzate” a fronte di “un’inflazione che ha raggiunto ormai il 5,7% e a un’emergenza pandemica che ha messo a dura prova infermieri, professionisti sanitari e Oss”.
Quella degli infermieri è, “statistiche alla mano”, prosegue Hoffer, “la categoria più esposta a burn-out, violenza sul posto di lavoro, suicidi, infortuni e malattia“. “Nulla poi ci viene riconosciuto rispetto ai nostri meriti e disagi – viene però sottolineato nel comunicato stampa che annuncia lo sciopero di venerdì 11 marzo -. Non dimentichiamo poi i colleghi del privato e delle Apsp, che meritano un contratto pari a quello della sanità pubblica, non devono esistere infermieri di serie A e B. Nella sanità pubblica sempre più colleghi si licenziano e sempre più studenti abbandonano, mentre i giovani scelgono di andare all’esterno o di non intraprendere più le nostre professioni”.
Hoffer denuncia anche “la strisciante privatizzazione e depotenziamento della sanità pubblica” e la situazione di Trento rispetto a quella di Bolzano e della Valle d’Aosta, dove “le nuove indennità infermieristiche e per le professioni sanitarie sono già state finanziate”.
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