Un no forte e chiaro alla guerra in Ucraina quello risuonato in Piazza Dante questo pomeriggio (26 febbraio), in occasione della manifestazione organizzata dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.
Già questa sera arriveranno le prime persone in fuga dal Paese, che saranno accolte nell’Ostello della Gioventù di Trento. Tra loro, un bambino di un mese e mezzo.
Al centro della Piazza, c’era la comunità ucraina che vive in Trentino. “Vi vediamo camminare in questi giorni per le strade di Trento – ha detto il sindaco Franco Ianeselli parlando in particolare alle donne – sempre al telefono, cercando di capire cosa sta succedendo nel vostro Paese ai vostri cari”. Il sindaco ha affermato che non ha senso la domanda: “Li accoglieremo”. “Questa domanda – ha detto – lascia intendere una grande disumanità. Il nostro Ostello della Gioventù aprirà le sue porte, e il Trentino si farà trovare pronto in questo momento difficile”. D’accordo con lui anche il vicepresidente della Provincia di Trento Mario Tonina, che ha affermato che “anche la Provincia di Trento farà la sua parte con l’attivazione di corridoi umanitari. Mi associo alle parole del sindaco Ianeselli”.
Angela Kotik, dell’associazione “Aiutiamoli a vivere”, è parte della comunità ucraina. “Sono nata e cresciuta lì – ha raccontato – e oggi indosso una camicetta ricamata che dimostra l’amore per la mia patria. Ma, al tempo stesso, sono anche italiana. Chiedo a tutti con forza di condannare l’invasione in Ucraina, che non ha, dobbiamo ribadirlo, il consenso del popolo russo, anch’esso contro la guerra”. Le sue parole fanno riferimento alle immagini delle manifestazioni che molte persone in Russia stanno conducendo per dire no alla guerra. “Sono a rischio – ha aggiunto – la pace e la libertà in tutta Europa. La guerra è sempre pura follia. Tutti noi diciamo con forza che le armi devono essere deposte. Viva l’Ucraina!”
“Sappiamo il motivo per cui siamo qui – ha detto invece Massimiliano Pilati, presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, promotore della manifestazione, a cui ha aderito gran parte della società civile trentina – la parola chiave oggi è solidarietà. Da sempre, come Forum, siamo solidali con le vittime dei bombardamenti e delle guerre. Oggi siamo qui per dire no all’attacco: tacciano le armi e parlino le persone. Chiediamo anche che la Provincia e i nostri Comuni attivino corridoi umanitari”.
Proprio in queste ore in Consiglio provinciale, come ha spiegato anche il presidente Kaswalder, si sta lavorando a una mozione che va in questa direzione e che, si spera, sarà approvata da tutte le forze politiche. “Giallo e blu – ha ricordato Kaswalder per sottolineare la vicinanza del Trentino al popolo ucraino – non sono solo i colori della bandiera ucraina ma anche quelli di Trento”.
Alina, dell’associazione Rasom, che in queste ore sta organizzando delle raccolte di beni di prima necessità per le persone in Ucraina, ha preso parola: “Non riesco a dire buonasera, non è una buona sera. Però dico salve e grazie a tutti per la vostra solidarietà. Come abbiamo detto ieri in Duomo all’arcivescovo Lauro Tisi, rimaniamo forti e non ci arrendiamo all’attacco, perché arrendersi vorrebbe dire sottostare a un dittatore. Molti uomini ucraini stanno partendo anche in queste ore per ritornare nel Paese e combattere”. Alina ha chiesto a tutti di fare un minuto di silenzio per ricordare le persone morte e quelle che stanno morendo, e poi ha intonato l’inno ucraino assieme a tutte le persone della comunità ucraina, disposte in cerchio.
Durante la manifestazione, anche la comunità bielorussa ha manifestato il proprio sostegno alla popolazione ucraina, sottolineando che non è vero che in Bielorussia non ci sono state proteste, ma che semplicemente queste proteste sono state spezzate sul nascere dal governo di Lukashenko.
Lascia una recensione