Dopo circa un anno di lavoro, il gruppo tecnico composto da tecnici di Trentino Sviluppo e in cui siedono rappresentanti della Provincia e del Comune ha finalmente individuato diverse soluzioni progettuali per il collegamento funiviario tra la città di Trento e il monte Bondone.
Sono tre le ipotesi, che saranno ora al centro del confronto tra le istituzioni coinvolte al fine di individuare la soluzione che consenta di avvicinare con un mezzo di trasporto meno impattante rispetto alle auto il capoluogo con la sua montagna. Durante la conferenza stampa di presentazione delle tre ipotesi progettuali, il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti e il sindaco di Trento Franco Ianeselli, affiancati dagli assessori provinciali Roberto Failoni (turismo e sport) e Mirko Bisesti (istruzione, università e cultura), hanno chiarito l’iter che si intende seguire. “La nostra volontà – sottolinea il presidente Fugatti – è quella di individuare assieme la scelta migliore sia dal punto di vista del progetto, sia per quanto riguarda la procedura per far partire i lavori al più presto e far decollare un’opera che intende dare un valore aggiunto dal punto di vista della vivibilità, del turismo e dell’accessibilità del monte Bondone”. Il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha invece sottolineato “il forte lavoro tecnico e l’intesa politica tra le due amministrazioni” che sta alla base delle ipotesi presentate. “Quando si parla di un impianto – precisa – si deve parlare della visione che ci sta dietro. Noi siamo per un’idea di città verde e verticale. La città è il suo monte Bondone, un’oasi alpina che con l’infrastruttura diventa raggiungibile in una ventina di minuti”.
Le tre ipotesi progettuali proposte dal gruppo tecnico sono quindi state illustrate nei dettagli da Albert Ballardini, vicepresidente di Trentino Sviluppo, assieme all’ingegnere Gianni Baldessari, direttore impianti turistici della società. Il gruppo ha progettato diverse soluzioni con partenze dall’Area ex Sanseverino (al di qua del fiume verso la città) e dall’area Motorizzazione al di là del fiume verso la montagna.
Le tre le soluzioni previste con partenza dalla Destra Adige:
1. Un impianto cabinovia con fermata intermedia a Sardagna e Vaneze con arrivo a Vason
2. Un impianto trifune il cui percorso prevede l’approdo diretto a Vason senza fermata intermedia a Sardagna e Vaneze
3. Un impianto speciale per il primo tronco e telecabina per il secondo tronco con stop intermedio a Sardagna e Vaneze e arrivo a Vason
Nell’ipotesi 1 e 3 si prevede la possibile dismissione della Funivia Trento-Sardagna, l’apertura dell’impianto per 360 giorni all’anno, per una tipologia di utenza urbana e turistica. Il costo per le prime due ipotesi varia dai 31 milioni ai 35 milioni di euro. L’ipotesi 2 prevede la necessità di mantenere l’attuale Funivia Trento-Sardagna, poiché il nuovo impianto raggiungerebbe direttamente la località di Vason per un costo totale di 60 milioni di euro.
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