Appaiono decisamente allarmanti, i dati presentati nella mattinata di mercoledì 16 febbraio dalla presidente di Cimo-Fesmed Trentino, Sonia Brugnara, nelle sede di Confcommercio a Trento, illustrando lo studio effettuato sulle condizioni di vita e di lavoro dei medici ospedalieri trentini dal sindacato stesso. “Stanco, rassegnato, e in cerca di una via di fuga”, recita infatti l’identikit del medico ospedaliero trentino medio, secondo l’indagine, svolta nel mese di gennaio, alla quale hanno risposto 153 professionisti, che corrispondono alla quasi totalità degli iscritti alla sezione provinciale del sindacato.
Il 69% degli intervistati vuole proseguire nella sua attività di medico, ma solo il 26,6% rimarrebbe nel settore pubblico. L’8% sceglierebbe la libera professione, il 17,5% il privato, il 18,6% valuterebbe di trasferirsi all’estero mentre il 29,3% medita di anticipare il pensionamento. Ad incidere su questa scelta è senz’altro il periodo della pandemia: per il 59% dei medici trentini lo stress psicofisico è alto, mentre il 55,2% reputa alto il rischio professionale corso negli ultimi due anni. Il 50,7% ritiene di aver messo a repentaglio la sicurezza della propria famiglia.
Emblematico anche il dato delle ore lavorate da ciascun professionista: solo il 9,1% sta lavorando per le 38 ore settimanali, così come previsto da contratto. Il 63% è attivo fino a 48 ore, mentre addirittura il 27,9% supera questo limite, ritenuto illegittimo dalla normativa europea. Un altro aspetto riguarda il tempo dedicato allo svolgimento di atti amministrativi, a scapito del tempo dedicato al paziente ed all’esercizio della professione in senso proprio: in Trentino il 70,8% del lavoro viene impiegato per adempimenti burocratici, 4,5% per la formazione e solo il 35,7% per l’ascolto del paziente e l’atto medico.
“Preoccupa la perdita di attrattività della professione ospedaliera nella nostra provincia – ha spiegato la dott.ssa Brugnara -, che significa depauperare lentamente ma inesorabilmente questo patrimonio di professionalità. Un rischio per tutta la comunità, non soltanto per il personale sanitario. particolari grazie all’autonomia concessaci dallo Statuto provinciale”. Alla presentazione ha partecipato anche il presidente dell’Ordine dei Medici di Trento, Marco Ioppi, che ha fatto appello alla costruzione di “un fronte comune che aiuti a ritrovare il ruolo del medico nella società”.
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