Lavoro, provvedimenti governativi e Green Pass: i sindacati di base in piazza nonostante la neve

Erano circa 700 i lavoratori e le lavoratrici che, nella mattinata di oggi, martedì 15 febbraio, nonostante la nevicata, hanno dato il via al corteo per le vie di Trento, partendo da Piazza Dante per arrivare, dopo aver transitato davanti al Comune, fino al Palazzo di Giustizia a Largo Pigarelli, per rivendicare una serie di richieste, a partire dal salario minimo garantito intercategoriale mensile di € 1.500 e riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, poi il blocco immediato dei licenziamenti e degli sfratti; il commissariamento delle imprese responsabili dei morti sul lavoro; il pieno recupero salariale del carovita sui beni primari di sussistenza; l’abolizione dello stato di emergenza e del “green pass”, per la libertà di scelta vaccinale; infine investimenti pubblici straordinari sulla sanità, istruzione, previdenza ed assistenza.

Il corteo, lanciato dalle organizzazioni sindacali di base C.U.B. (Confederazione Unitaria di Base) Trento, S.B.M. (Sindacato di Base Multicategoriale) e S.O.L./COBAS (Sindacato Operai in Lotta), ha contestato anche gli altri provvedimenti governativi, a cominciare dallo sblocco dei licenziamenti che, su scala nazionale, ha determinato centinaia di chiusure e decine di migliaia di posti di lavoro persi; per denunciare condizioni di enorme “favore” offerte alle grandi multinazionali (da quelle del farmaco alla grande distribuzione organizzata, dal food delivery o pasto a domicilio al commercio elettronico); per accusare l’aumento spropositato di energia e gas ad uso domestico nonché dei carburanti; per richiedere nuovi investimenti sulla salute e sull’istruzione pubblica, nonché sulla previdenza ed assistenza. Sono state denunciati le elevatissime morti su lavoro, contestando anche i dati INAIL che sono sottostimati in quanto considerano solo i lavoratori assicurati all’Istituto e non tutti.

Secondo i manifestanti, l’obbligo di esibizione del green pass (sia rafforzato, sia base) – pena la sospensione dal lavoro e la perdita della retribuzione – non sarebbe un provvedimento che mira alla tutela della salute pubblica, né costituisce un bilanciamento fra diritti costituzionali (ovvero quello sancito dall’articolo 32 sul diritto alla salute e quello stabilito dall’articolo 36 sull’equa retribuzione), bensì costituisce un vero e proprio atto coercitivo. Passando sotto il Comune di Trento, inoltre, la contestazione si è concentrata sulla Circonvallazione ferroviaria e la linea ad alta velocità, sulle bonifiche alle aree inquinate di ex-Sloi ed ex-Carbochimica, nonché sul diniego agli studenti di poter accedere sui mezzi pubblici, se privi di green pass.

 

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