Trento potrebbe diventare presto un “Comune amico delle api”. La richiesta di aderire all’iniziativa a tutela delle api e della biodiversità è stata espressa in una mozione presentata in consiglio comunale dai consiglieri Minella Chilà e Michele Brugnara (Partito Democratico Trentino).
Le api e l’apicoltura, infatti, rappresentano un “bene comune globale”, e sono “uno strumento indispensabile per la tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare“, come si legge nella mozione depositata lunedì 24 gennaio. Sono sempre di più, e sono dislocati in tutta Italia ma anche in Libano, Marocco, Palestina e Tunisia, i comuni che hanno scelto di aderire all’iniziativa lanciata nel 2016 da Anci Umbria, APAU (Associazione Produttori Apistici Umbria) e APIMED (Federazione degli Apicoltori del Mediterraneo).
L’idea di “Comuni amici delle api” è partita dalla campagna di sensibilizzazione CooBEEration Campaign, portata avanti per accendere i riflettori sulla biodiversità e sulla sicurezza alimentare, opportunità di sviluppo sostenibile del territorio.
Cosa significherebbe, per il Comune di Trento, diventare un “Comune amico delle api”? Nella mozione Chilà e Brugnara presentano alcune azioni da mettere in atto una volta completata l’adesione, come la promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione sul valore dell’apicoltura che coinvolgano in primis le scuole, ma anche il sostegno dell’attività apistica come “opportunità di reddito e inclusione sociale”. La città di Trento, poi, potrebbe avere un proprio “Giardino delle api”, con piante nettarifere o aromatiche ed eventuali arnie dimostrative.
Viene chiesto anche di “ridurre progressivamente, fino ad eliminarlo, l’uso di erbicidi nella manutenzione dei cigli stradali e negli spazi verdi pubblici”. Si domanda anche di promuovere tra le scuole e nella cittadinanza, ma anche all’interno del consiglio comunale stesso, un dibattito “sull’utilizzo degli agro farmaci in agricoltura e sul loro impatto sull’ambiente e sulla salute, e su possibili strategie di valorizzazione e salvaguardia del territorio che passino attraverso il recupero e l’adozione di buone pratiche agricole incentrate sulla sostenibilità”.
Contribuiscono alla salvaguardia delle api, e della biodiversità di conseguenza, anche “la lotta alle zanzare” e il divieto, come stabilito da un decreto provinciale dell’8 agosto 2012, di “eseguire qualsiasi trattamento con fitofarmaci ed erbicidi alle piante legnose ed erbacee di interesse agrario, ornamentali e spontanee, che possa essere dannoso alle api dall’inizio della fioritura”.
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