Camilla Forcinella ora para per la Juventus: “Un sogno, qui il top in Italia”

Camilla Forcinella con la sua nuova maglia. Foto Juventus

Due mani trentine a difesa della porta bianconera. Camilla Forcinella, vent’anni, nata a Dro e cresciuta a Ceniga, da pochi giorni è approdata in prestito dalla Fiorentina alla Juventus Women.

Innanzitutto Camilla: preferisce essere definita portiera o portiere?

Portiere perché è un genere neutro.

Ha fatto il suo esordio in serie A da titolare, a difesa dei pali del Verona, da giovanissima. Come è nata la sua passione per il calcio?

È nata grazie a mio fratello Alessio, poco più grande di me, lo accompagnavo sempre al campetto. A dodici anni mia mamma si è arresa e ha portato anche me a giocare a calcio. Devo riconoscerle il grande merito di non avermi mai messo i bastoni fra le ruote: se io ero felice di giocare a calcio anche lei era felice.

Il portiere è un ruolo davvero delicato. Come è avvenuta la scelta?

All’inizio sono partita come terzina perché mi piaceva correre. Poi giocando, unica femmina tra tutti maschi, se mancava il portiere non mi tiravo certo indietro: alzavo subito la mano e andavo tra i pali, e da allora non mi sono più tolta i guanti.

Ha un modello a cui si ispira?

In Italia ovviamente Gianluigi Buffon. Guardando all’estero il mio modello è Manuel Neuer che ho potuto vedere allenarsi dal vivo mentre era in ritiro in Trentino con il Bayern. Per quanto riguarda il calcio femminile, invece, mi ispiro a Stéphanie Öhrström della Lazio Women: l’ho conosciuta quando giocavamo assieme a Verona e mi ha fatto da guida.

Quali sono i suoi obiettivi per il futuro?

Innanzitutto voglio mettermi in gioco e vista la mia giovane età, cercare di imparare il più possibile dalle altre giocatrici con cui ho la fortuna di allenarmi. E naturalmente, migliorare e crescere sempre di più, vincere qualcosa e tornare in Nazionale, cosa a cui tengo davvero tanto.

Il calcio è un gioco bellissimo, ma per “arrivare”, non dobbiamo dimenticarlo, occorrono tanti sacrifici. In che modo è riuscita a conciliare calcio e studio?

Lo ammetto, ho avuto qualche difficoltà, soprattutto per le assenze che mi hanno un po’ penalizzato. Ho frequentato una scuola pubblica fino alla fine e alcuni professori non apprezzavano il fatto che io giocassi a calcio e che a volte dovessi assentarmi, anche da verifiche e interrogazioni. Terminate le superiori, avevo poi intrapreso un percorso accademico ma l’anno scorso ho deciso di interromperlo. Non escludo di intraprenderlo in futuro.

Ha avuto difficoltà nel suo percorso da calciatrice?

Sicuramente il fatto di aver esordito in prima squadra da “bambina”, appena quindicenne, non mi ha aiutata. È stato forse l’ostacolo più alto tra quelli che ho incontrato e che fanno parte delle normali dinamiche di un gruppo: può capitare di non andare d’accordo con il proprio “collega” di ruolo o con le compagne di squadra, allenatori o chi per essi. Questo fuori dal campo. Dentro al rettangolo verde però, si deve andare tutte d’accordo per riuscire a raggiungere gli obiettivi. I problemi ci sono ma il mio motto resta sempre “testa bassa e lavorare”.

Che emozioni ha provato quando ha saputo che la Juventus era interessata a lei?

La chiamata è arrivata prima di Natale e per tutta la notte non ho dormito, era un treno che non potevo perdere, l’emozione era fortissima e non stavo più nella pelle. Il giorno seguente, quasi dimenticavo di mettermi le scarpe prima di uscire. È stata una bella svolta e non potevo desiderare di più visto che la Juve è il top in Italia. La soddisfazione è tanta.

Perché la maglia numero 38?

Il 1938 è l’anno di nascita di mia nonna che è venuta a mancare l’anno scorso. Era una grande tifosa juventina e quindi l’ho scelto in suo onore.

Camilla arriva in prestito dalla Fiorentina. Fino a giugno vestirà la maglia bianconera. Foto Juventus

Ti sei mai sentita discriminata dentro al mondo del calcio?

No, dentro al mondo del calcio no ma fuori sì. Ancora troppo spesso le persone non vedono di buon occhio una donna che gioca a calcio. E non mancano le domande inopportune…

Da tempo una delle sue nuove compagne di squadra, la capitana Sara Gama, sta portando avanti una battaglia per parificare il calcio femminile a quello maschile?

Concordo con Sara e mi ritrovo nelle sue parole, siamo considerate dilettanti ma siamo professioniste a tutti gli effetti. Fuori dall’Italia invece succede diversamente e il professionismo viene riconosciuto.

Come valuta il movimento provinciale in Trentino e cosa si può fare per migliorarlo?

Credo che in Trentino si investa davvero poco nel calcio femminile, la Provincia dovrebbe andare più incontro alle società e verso le ragazze che vogliono intraprendere questa carriera. Anche le società importanti del territorio dovrebbero battersi e investire in questo senso perché tante ragazze potrebbero emergere ma senza la visibilità difficilmente avranno un futuro.

Camilla, lei ha iniziato prestissimo a giocare a calcio. Che direbbe ad una bambina che sta muovendo i primi passi su un campo?

Innanzitutto chiederei ai suoi genitori di non ostacolarla, ma incoraggiarla come successo a me. Alla giovane calciatrice, invece, direi di non trascurare la scuola e di non dar troppo peso al giudizio degli altri ma di inseguire il proprio sogno.


LA CARRIERA

Dopo l’esordio in serie A a Verona nel 2016, ricoprendo, da giovanissima, il ruolo da titolare e guadagnandosi anche la convocazione in azzurro con l’Italia Under 19, nel 2020 Camilla Forcinella passa alla Fiorentina; ora il prestito alla Juventus Women, fino al prossimo 30 giugno.

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