Non si sono registrati decessi oggi, venerdì 21 gennaio, per Covid-19. Ne ha dato l’annuncio in conferenza stampa l’assessora alla salute e alle politiche sociali Stefania Segnana.
Si registrano invece 2375 casi positivi, su un totale di 956 tamponi molecolari e 12435 tampini antigenici analizzati. “Rispetto agli altri giorni, in cui abbiamo superato i tremila positivi, questi dati ci fanno ben sperare”, ha detto Segnana, che ha aggiunto: “L’Rt è sceso anche a livello nazionale, quindi speriamo veramente in una diminuzione del numero dei casi”.
Ci sono invece 16 nuovi ricoveri e 14 dimissioni e 23 pazienti ricoverati in terapia intensiva.
La ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Durante la conferenza stampa, è stata presentata anche una ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha analizzato la risposta del servizio sanitario trentino, oltre che di quello delle altre regioni italiane, nel 2020, “l’anno della pandemia”. “Un sistema molto forte – ha detto Ferro, direttore generale dell’Apss – che è riuscito a dare una risposta anche nel momento più difficile. Un’occasione per ringraziare tutto il sistema, e tutto il personale dell’Apss, che ha dato prova di saper tenere nonostante le difficoltà”.
“Un’enorme sofferenza”, come l’ha definita Ferro, è data dal fatto che in questo momento “i letti Covid stanno ostacolando tutta l’attività per le malattie croniche degenerative”. “Nel complesso – ha però sottolineato il direttore Apss – il sistema tiene”.
Pierpaolo Benetollo, direttore presso il Servizio ospedaliero provinciale, ha presentato i dati della ricerca della Scuola Sant’Anna. Per quanto riguarda la copertura vaccinale, “sopra i settant’anni – ha detto – è ottimale. Abbiamo qualche difficoltà invece sulla fascia d’età dei cinquantenni e su alcuni gruppi d’età dei giovani”.
“Mi sento di esprimere un grazie enorme al personale dell’Apss“, ha aggiunto Benetollo commentando i risultati della ricerca, che colloca il Trentino nelle fasce più alte per quanto riguarda la soddisfazione verso i servizi sanitari durante la pandemia da Covid-19, con una percentuale bassa (21,06%) di persone che non si sono rivolte ai servizi sanitari per “indisponibilità dell’offerta”. “Ci ricordiamo tutti che cosa voleva dire fare assistenza sanitaria nel 2020 – ha aggiunto – ma il personale è riuscito a garantire una risposta che si colloca bene nell’ambito del servizio sanitario nazionale”.
Il Trentino rimane in zona gialla. “Lunedì avevamo dato l’allerta, dicendo che i numeri avrebbero potuto portare il Trentino in zona arancione”, ha detto il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti. “I numeri di mercoledì, giovedì e di oggi invece stabilizzano il dato negativo che avevamo avuto nei giorni precedenti. Restiamo quindi in zona gialla“.
Fugatti ricorda però che “il dato dei contagi rimane ancora elevato, quindi la situazione deve essere monitorata”. Sul tema delle zone colorate, che alcune regioni chiedono di eliminare, si è espresso così: “Crediamo che abbiano avuto il loro senso nella fase centrale di questo evento pandemico. Oggi che si sta sviluppando in modo diverso, con contagi alti ma con una capacità di penetrazione minore del virus, credo che la richiesta delle regioni di superare questa classificazione abbia un senso. Noi ci siamo manifestati d’accordo con questa domanda”.
Secondo Fugatti il cambio da zona gialla a zona arancione potrebbe risultare impattante più che altro dal punto di vista psicologico. “Il passaggio da zona bianca a zona gialla – ha detto – che abbiamo visto ha cambiato poco, se non la mascherina all’esterno e qualche distanziamento nei ristorante. Anche il passaggio all’arancione, sappiamo che per chi è vaccinato cambia poco o nulla. Il passaggio da una colorazione all’altra rischia di diventare un messaggio negativo in un momento in cui, al di là del monitoraggio che va fatto, crediamo che si debba dare messaggi di fiducia nel futuro”.
Vaccinazioni “extra” questo weekend (22-23 gennaio). L’assessora Segnana ha poi ricordato la possibilità di vaccinarsi questo weekend. Il punto vaccinale di Lavis, sabato 22 gennaio nel pomeriggio, sarà aperto anche ai bambini (qui articolo con le date, gli orari e i punti).
Non ci sono segnalazioni, per il momento, di incroci tra la variante Delta e la variante Omicron, e Antonio Ferro ha rivolto un invito a vaccinarsi. “Sono incroci casuali – ha detto riferendosi agli incroci Delta-Omicron – che possono capitare ma che non hanno una grossa rilevanza dal punto di vista epidemiologico complessivo, perché sappiamo che il vaccine tiene. Vaccinandoci abbiamo una protezione sia contro Omicron sia contro Delta”.
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