Centoventi poesie che raccontano la vita. Don Bruno Daprà ha presentato a Moena il libro “I colores del temp”, una raccolta di liriche scritte a partire dagli anni Sessanta sia in lingua italiana sia ladina.
Un’attività nata dal desiderio di fermare emozioni e sentimenti. Non solo. Celebrare anche il creato, nonché riflettere sul mistero dell’esistenza. Una produzione di vasto respiro documentata per la prima volta per intervento dell’Union di Ladins – Grop da Moena. “Non ho mai pensato di essere un poeta – spiega don Bruno – ma credo che ognuno di noi si porti dentro quel fanciullino di cui parla Pascoli. Un fanciullino che non dobbiamo far tacere e di cui non dobbiamo vergognarci perché afferma cose autentiche, vere, pulite che fanno parte dell’essenza della vita”.
L’opera può essere divisa in tre parti. La prima abbraccia il mondo della fanciullezza trascorsa nella libertà, nella spensieratezza , nella gioia di vivere. La seconda è una celebrazione del creato, di quel dono meraviglioso che è la casa comune, uno specchio della bellezza di Dio. Infine don Bruno sonda i grandi interrogativi che assillano il cuore dell’uomo e si affida ai valori che contano, quelli di un cuore assetato di infinito, di vita vera.
Don Bruno Daprà è originario di Moena. All’età di 12 anni entra in Seminario a Trento, dove compie gli studi ginnasiali, il Liceo e i corsi di Teologia. Consacrato sacerdote il 21 dicembre 1968, svolge attività pastorale in varie località del Trentino. Conclude il suo mandato nel 2019. La pubblicazione è stata presentata nella chiesa parrocchiale con l’intervento di Fabio Chiocchetti, ex direttore dell’Istituto ladino di Fassa, e del Quartetto “Demò Ousc”.
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