Il battesimo di Gesù sulle rive del Giordano è del tutto uguale al battesimo ricevuto dalle centinaia di uomini e donne che si erano recati dal Battista prima del giovane Nazareno, per certi aspetti è uguale anche al nostro battesimo, ma al tempo stesso il battesimo di Gesù è completamente diverso da ogni altro battesimo. Del tutto uguale, completamente diverso. Approfondendo le letture di questa domenica possiamo un po’ sciogliere questo paradosso.
Da un punto di vista sensibile, dal punto di vista di ciò che si percepisce agli occhi del corpo, il battesimo di Gesù è come tutti gli altri battesimi: l’immersione di una persona nell’acqua e la sua emersione, un rito penitenziale e purificatorio al tempo stesso.
Di questa purificazione Gesù non ha bisogno, egli non è un peccatore e questo la comunità cristiana delle origini lo sa benissimo (cfr. 2Cor 5,21), eppure si sottopone ad un rito che ha evidentemente un significato di riconoscimento dei peccati, di conversione e penitenza. Per comprendere questa apparente contraddizione ricorriamo alle parole della liturgia della veglia pasquale: «con l’acqua, santificata da Cristo nel Giordano, hai rinnovato la nostra umanità peccatrice nel lavacro battesimale». Gesù che si mette in fila con i peccatori esprime allora la solidarietà di Dio con l’umanità peccatrice e l’intenzione che Dio ha di salvare l’umanità. Non è l’acqua a purificare il Cristo ma è il Cristo a santificare l’acqua. Questa è la logica dell’Incarnazione: nel momento in cui il Cristo comincia a frequentare l’umanità peccatrice, l’umanità peccatrice comincia a sperimentare la benevolenza, l’amore la santità, la salvezza di Dio. Non è Dio a «corrompersi» a contatto con noi, ma siamo noi a venire «santificati» a contatto con Lui (cfr. l’immagine del lavacro di rigenerazione espressa nella “Lettera a Tito” di san Paolo).
L’evangelista Luca presenta questa visione di fondo dentro un quadro ricco di particolari originali: Gesù vive il momento del battesimo in un profondo clima di preghiera, l’apertura del cielo e la discesa dello Spirito sono percepibili da tutti mentre la voce del Padre è udita solo da Gesù, col battesimo la vita diventa vocazione per una missione.
Così dovrebbe essere anche ogni battesimo cristiano: dovrebbe condurre al riconoscimento che siamo oggetto di un amore personale da parte del Padre, che siamo battezzati nello Spirito e nel fuoco per avere in noi i sentimenti del Figlio e così poter condividere e continuare la sua missione.
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