Ad un anno dalla scomparsa della pastora etiope Agitu Ideo Gudeta, anche la Regione Trentino Alto Adige ha voluto rendere omaggio a una figura che si era fatta apprezzare e amare da molti trentini. Nell’atrio del palazzo della Regione lungo la vetrata di via Gazzoletti, a Trento, è stata esposta, fino a fine gennaio, una scultura realizzata da Marino Carletti di Sant’Agnese di Civezzano che ha voluto rendere omaggio alla ragazza etiope che aveva conosciuto e stimato in Val dei Mocheni.
Si tratta di una statua a grandezza naturale in legno di cirmolo recuperato dopo la tempesta Vaia che ha colpito il Trentino nell’ottobre 2018. La statua rappresenta la ragazza con delle formaggelle in mano, mentre il lungo e largo abito è intagliato con motivi faunistici della zona mochena, dove viveva Agitu, e da due mani che sorreggono un mondo a rappresentare, secondo l’autore, l’essere cittadini del mondo che accomuna tutta l’umanità. L’opera è accompagnata da arnesi tipici per la lavorazione del latte, da alcune sculture minori dello stesso autore sempre realizzate in cirmolo e da due dipinti che richiamano il tema dell’allevamento e della pastorizia.
A destra della statua troviamo un quadro intitolato “Stalla” di Guido Matuzzi, mentre a sinistra c’è un’opera di Conrad Peter Bergmann intitolata “ritorno all’ovile” e fanno parte della Collezione d’opere d’arte della regione Trentino Alto Adige/Südtirol.
Agitu Idea Gudeta, si era fatta conoscere in tutta la regione, ma anche oltre confine, per l’attività di allevamento di capre e la vendita di prodotti caseari realizzati con il loro latte che aveva avviato in Val dei Mocheni, ma soprattutto per la passione e l’amore che metteva nel suo lavoro.
Lascia una recensione