Vengono da Trento due delle ricercatrici che stanno studiando la Sla. Si chiamano Alice Migazzi e Manuela Basso e sono impegnate in tre dei sette progetti finanziati quest’anno da AriSla, la fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica. Le due ricercatrici fanno parte del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo di Trento.
Il progetto coordinato da Alice Migazzi è Senals, uno studio pilota che esplora approcci innovativi per capire meglio i meccanismi di neurodegenerazione e neuroinfiammazione e per valutare nuovi approcci terapeutici per rallentare l’invecchiamento prematuro delle cellule che supportano quelle del sistema nervoso centrale. Il progetto, che ha un valore di 59.950 euro, durerà 12 mesi. “Sono emozionata ed entusiasta di poter portare avanti questo progetto di studio dei meccanismi di base della Sla, essenziali per ipotizzare nuove terapie“, commenta Migazzi. “Inoltre questi finanziamenti pilota sono una bellissima opportunità per noi giovani”.
Manuela Basso, professoressa del Dipartimento Cibio, coordina invece un altro studio, EVTestInALS, della durata di 36 mesi e per un valore di 240.000 euro. Si tratta di un lavoro di clinica osservazionale che intende identificare biomarcatori utili per avere indicazioni sulla progressione della Sla. EVTestInALS è svolto in collaborazione con Andrea Calvo del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini, l’Università degli Studi di Torino, Aou Città della Salute e della Scienza Torino, Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, Francesco Rinaldi del Dipartimento di Matematica Tullio Levi-Civita, Università degli Studi di Padova.
“È un onore immenso ricevere questi finanziamenti e anche una sfida importante che ci auguriamo di onorare al meglio – aggiunge Manuela Basso – fornendo informazioni utili per comprendere sempre più la malattia sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico. Abbiamo il piacere di collaborare con medici e ricercatori esperti in un progetto altamente multidisciplinare che spazia dalla clinica alla biochimica sfruttando l’intelligenza artificiale. I campioni di sangue che analizzeremo arriveranno non solo dal Cresla di Torino ma anche dal Centro clinico NeMO di Pergine, dall’Istituto auxologico italiano e dall’Ospedale San Raffaele di Milano”.
C’è un terzo studio nel quale è coinvolta l’Università di Trento, uno studio pluriennale – durerà 36 mesi – che ha come obiettivo la verifica sperimentale preclinica di approcci di terapia genica: “Gattals”, coordinato da Valentina Bonetto dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, con partner Manuela Basso del Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Ateneo di Trento.
AriSla è nata nel 2008 e finora ha investito più di 14milioni di euro, sostenuto 142 ricercatori e ricercatrici e 92 progetti da cui sono nate più di 277 pubblicazioni scientifiche.
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