Il 30 dicembre 1921 apriva la nuova sede della Biblioteca Comunale di Trento in via Roma presso il palazzo ex Collegio dei Gesuiti. In occasione del centenario della sua apertura Milena Bassoli, bibliotecaria della sezione di conservazione della Biblioteca Comunale di Trento, ha curato assieme ai colleghi la mostra “Per conservare le carte e le memorie. Un secolo della Biblioteca Comunale di Trento in via Roma” che sarà visitabile con ingresso libero fino al prossimo 31 gennaio.
Una data da ricordare, quella del 30 dicembre 1921, anche perché, fino ad allora, la biblioteca aveva “vagato” per la città, cercando sistemazioni che potessero essere adatte e definitive. La biblioteca, infatti, ha come data di costituzione il 1856 e per più di 50 anni è stata ospitata a Palazzo da Prato, a palazzo Thun fino ad arrivare al palazzo dell’ex Collegio dei Gesuiti. L’apertura in via Roma avvenne il 30 dicembre del 1921, ma i lavori di ristrutturazione del palazzo iniziarono già nel 1919. Si decise, infatti, che al primo piano ci sarebbe stata la biblioteca, mentre il secondo e il terzo piano furono affittati all’Archivio di Stato.
“Attraverso questa mostra speriamo di trasmettere la passione che abbiamo nei confronti della Biblioteca, delle raccolte e del nostro lavoro”, spiega la bibliotecaria Milena Bassoli. “In secondo luogo speriamo di far tornare a vivere la Biblioteca Comunale di Trento come istituto centrale per la vita della cittadinanza, che in tutti questi anni ha sempre sostenuto e apprezzato il lavoro di noi bibliotecari. Ultimo ma non meno importante, far conoscere maggiormente le sezioni storiche, meno conosciute e frequentate della Biblioteca Comunale, che non sono sezioni statiche e polverose ma dinamiche e attive”.
La mostra permette una riflessione importante sul ruolo della Biblioteca e delle sue sezioni Storiche nella città di Trento. “La Biblioteca di Trento ha molte sfaccettature e con questa mostra vogliamo far emergere quei servizi che fanno meno rumore e hanno meno impatto visivo, pur essendo frequentati da numerosi studiosi per le loro ricerche e studi”, spiega Eusebia Parrotto, capoufficio ai servizi al pubblico. “Bisogna ricordare, infatti, che le nostre collezioni dialogano e sono in stretto rapporto con la cultura e la città di Trento. Le sezioni storiche della biblioteca, svolgono un lavoro capillare e molto forte all’interno della città pur essendo poco visibili”, commenta raccontando il ruolo della biblioteca per la città di Trento in questo periodo e le prospettive per il futuro.
“La Biblioteca Comunale non si è mai fermata durante la pandemia. Ha sempre cercato di essere presente nel territorio cittadino come punto di riferimento per i nostri utenti”, prosegue Parrotto. “È stato un anno molto particolare e difficile, sia per i lavori che hanno coinvolto le nostre collezioni, sia per le continue modifiche ai nostri servizi in ottemperanza ai DPCM o Decreti Legge. La nostra presenza non è stata solo fornita attraverso le nostre collezioni digitali (MediaLibraryOnLine), ma anche nel seguire capillarmente le esigenze degli utenti attraverso mail e comunicazioni telefoniche. Attraverso la mostra, infatti, vogliamo ricominciare a far vivere la biblioteca ricordando qual è il percorso della stessa, riannodando i fili del discorso che avevamo interrotto e che vogliamo portare avanti nei prossimi anni”.
Per quanto riguarda la presenza degli utenti, la speranza – sottolinea Parrotto guardando al futuro – è quella di riaprire maggiormente e soprattutto in sicurezza i servizi. “Per quanto riguarda la sezione di Conservazione spero si continui il lavoro di digitalizzazione delle nostre collezioni attraverso il Laboratorio di Digitalizzazione e la Biblioteca Digitale, in cui ogni giorno si trovano caricate immagini e documenti digitalizzati”, conclude Parrotto. “Inoltre mi auspico il ricambio generazionale attraverso dei concorsi, magari proprio con i ragazzi in Servizio Civile che stiamo formando per diventare i bibliotecari del futuro. Infine mi auguro che la Biblioteca Comunale risulti essere un’istituzione sempre presente con ramificazioni in tutto il territorio come punto di riferimento”.
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