Dopo oltre 20 anni di studi, è arrivata ad una conclusione la lunga ricerca corale sulle opere a stampa e i testi manoscritti di Martino Martini, missionario gesuita, scienziato, storico e cartografo trentino. Si è infatti conclusa la pubblicazione dei volumi che raccolgono l’Opera Omnia di Martino Martini in sei volumi (e otto tomi) racchiusi in un unico cofanetto, proposti in edizione critica, tradotti e annotati. Un lavoro corale di portata europea che ha coinvolto studiosi e studiose nell’ambito di due decenni e che sarà presto tradotto anche in cinese.
L’Opera Omnia sarà presentata lunedì 22 novembre alle 17 alla Fondazione Caritro, in via Calepina a Trento, alla presenza del rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian, del direttore del Centro Martino Martini Maurizio Marchese, delle autorità del territorio e anche dei familiari del compianto Giuliano Bertuccioli, diplomatico e sinologo dell’Università di Roma La Sapienza che ha ideato il lavoro insieme a Franco Demarchi, docente dell’Università di Trento. Cuore dell’evento sarà la tavola rotonda moderata dal professore (e già direttore del Centro) Riccardo Scartezzini con interventi dei curatori Federico Masini, Luigi Bressan, Elisa Maria Giunipero e Guido Samarani.
L’Opera è stata pubblicata in diversi volumi a partire dal 1998, con il contributo della Diocesi di Trento, della Provincia autonoma di Trento e della Regione Trentino Alto Adige che celebrano così la grande figura del missionario gesuita, scienziato, storico e cartografo nato a Trento nel 1614, e scomparso a Hangzhou nel 1661. Un lungo lavoro di ricerca che però non si esaurisce perché rimarrà aperto a nuovi contributi. Esiste infatti ulteriore materiale inedito da analizzare e valorizzare
Nato da famiglia trentina e missionario in Cina nel Seicento, Martino Martini, uno dei padri degli studi sinologici, ha il merito di avere diffuso in Occidente la geografia, la storia e lo studio della lingua e cultura della Cina. Quattro secoli or sono Martini riuscì infatti a pubblicare le sue opere in ben sette lingue durante un viaggio che nel 1653, di rientro dalla Cina, lo portò ad attraversare l’Europa da Bergen a Roma, entrando in contatto personale ed epistolare con i maggiori esponenti dell’aristocrazia e della cultura europea.
Giunto in Cina nel 1643, in un periodo di transizione tra le dinastie Ming e Qing, completò la storia della Cina in Sinicae Historiae Decas Prima e l’occupazione mancese nel De Bello Tartarico Historia, un best seller dell’epoca di cui si ebbero quattro edizioni in latino ad Anversa, Colonia e Vienna e cinque traduzioni (tedesca, italiana, francese, inglese e olandese), nonché il Novus Atlas Sinensis, una grande opera di geografia moderna in cui delineò le 15 province cinesi con mappe dotate di coordinate geografiche (le prime della Cina in Europa) e ne descrisse confini e aspetti geografici ed economici generali, ma anche culturali e socio-antropologici degli abitanti.
Il volume VI di recente pubblicazione, che conclude la serie, include gli indici ragionati e la copia anastatica originale di un epistolario inedito con la traduzione italiana annotata. Pensato come conclusione naturale dell’Opera Omnia, durante la stesura ha incluso materiali inediti, rinvenuti in archivi e biblioteche europee con la collaborazione di sinologi degli atenei di Roma e Napoli (F. Masini, Luisa M. Paternicò, D. Antonucci) oltre ad esperti e sinologi europei.
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