Stagione 2022 a rischio: l’allarme dei pescatori trentini

C’è preoccupazione tra i pescatori del Trentino, per la nuova regolamentazione introdotta in campo nazionale dalla “direttiva habitat”, una nuova direttiva che potrebbe far saltare la prossima stagione di pesca, la cancellazione dei Campionati del Mondo Pesca a mosca 2022 assegnati di recente al Trentino e, a cascata, tra le altre cose, anche la sospensione del lavoro nelle pescicolture con la perdita di posti di lavoro.

La “direttiva habitat” infatti considera alloctone (ovvero non originarie di un determinato territorio) le specie di pesci la cui presenza non sia documentata da prima del 1.500. Cioè da 600 anni, spiegano i pescatori trentini: “Di conseguenza gran parte del materiale biologico oggi esistente verrebbe considerato illegale. Tanto per dare un’idea se il concetto venisse applicato ai palazzi storici del patrimonio culturale italiano probabilmente gran parte di essi dovrebbero venir abbattuti o in parte abbattuti per le modifiche subite negli ultimi secoli”.

Con la novità ministeriale, legata al Dpr n. 357/1997 “Regolamento  recante l’attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e semi naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” e  al Decreto Ministeriale 2 aprile 2020, molte delle specie ittiche locali – trote fario, le trote lacustri, i salmerini, i coregoni e i barbi solo per citare le più conosciute – non potranno più essere allevate ed immesse nelle nostre acque dove sono presenti da diverse centinaia di anni. Si tratta di pesci ormai parte integrante del nostro patrimonio culturale e ambientale – spiegano Fabio Arnoldi e Stefano Martin, rappresentanti delle associazioni di pesca Trentine – dove le associazioni attraverso il volontariato hanno speso enormi energie per gli incubatori di valle e le pescicolture per crearsi dei parchi riproduttori importanti di qualità attraverso i quali autoprodursi novellame da immettere nelle proprie acque. Da molto tempo, e prima di molte istituzioni e organi tecnico scientifici, i pescatori trentini hanno saputo darsi regole e limiti sia nello sfruttamento, sia nella gestione attiva del variegato patrimonio itti-faunistico del Trentino una delle regioni d’Europa tuttora più preziose per la tutela della biodiversità ittica.

Tra i salmonidi si salverebbero unicamente la trota marmorata (che però non riesce ad adattarsi a molte delle acque trentine e che è comunque ad oggi allevata in quantitativi assolutamente insufficienti alle necessità locali) ed il salmerino alpino (unicamente ammesso per i laghi di Tovel e di Molveno).

Per questo motivo è in atto una mobilitazione di tutte le associazioni di pesca territoriali, finalizzata all’organizzazione di un Convegno nazionale a Milano, il prossimo 13 novembre presso la Regione Lombardia, con la presenza delle rappresentanze dei pescatori, di tutta la filiera produttive e dei rappresentanti politici regionali e nazionali, per chiedere a gran voce al mondo politico locale e nazionale di interventi incisivi per giungere alla modifica sostanziale – nel brevissimo tempo – dell’attuale normativa e garantire così continuità alla pesca sportiva trentina, la cui modalità di gestione è presa ad esempio da tutta Italia.

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