Intesa con lo Stato: al Trentino 120 milioni in più all’anno

Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti illustra l’accordo con il governo Draghi [Foto Archivio Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento]

Trovata l’intesa tra la Provincia autonoma di Trento, congiuntamente con quella di Bolzano, e il governo nazionale sulle partite finanziarie, la Giunta provinciale in seduta straordinaria ha approvato una delibera, su proposta del presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti che autorizza quest’ultimo a siglare un nuovo accordo con lo Stato, al fine di superare lo schema finanziario collegato all’Accordo di Milano e al Patto di Garanzia rivelatosi troppo rigido anche alla luce della crisi imposta dal Covid.

In base all’intesa che sarà firmata nei prossimi giorni, il bilancio della Provincia autonoma potrà contare su circa 120 milioni di euro in più all’anno. Tenuto conto che l’accordo prevede anche 90 milioni di gettiti arretrati sui giochi, per il 2022 il totale sarà di circa 210 milioni di euro in più.

Per il presidente Fugatti, si tratta di un “accordo importante in un momento delicato e che va a mettere in maggiore sicurezza per gli anni e a venire le finanze della Provincia autonoma di Trento, la quale da quest’anno avrebbe altrimenti scontato solamente il calo di risorse sui gettiti arretrati per 250 milioni di euro all’anno. La trattativa portata avanti in modo congiunto con il presidente Kompatscher ha avuto momenti di difficoltà e di maggiore linearità per poi chiudersi positivamente. Riteniamo che l’autonomia del Trentino Alto-Adige rappresenti un unicum sul territorio nazionale ma per essere tutelata e rafforzata deve evolversi in relazione all’evolversi del contesto nazionale e internazionale in cui la stessa è inserita, soprattutto per quanto attiene al profilo finanziario. L’Accordo con il Governo va in questa direzione”.

La struttura dell’intesa
In sintesi, l’accordo prevede una riduzione strutturale del concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale del 20% a partire dal 2022 per le Province autonome di Trento, di Bolzano e conseguentemente anche della Regione e la definizione di altre poste che alimenteranno in via strutturale il bilancio della Provincia autonoma. Il totale per le due Province e per la Regione si riduce quindi da 905 milioni a 713 milioni. Complessivamente dal 2022 il bilancio della Provincia potrà quindi contare strutturalmente su circa 120 milioni di euro aggiuntivi, formati sostanzialmente da tre voci. Vediamole in dettaglio.

Contributo ridotto del 20% sul risanamento dei conti pubblici nazionali

La prima voce, come detto, riguarda sostanzialmente la riduzione del 20% al concorso alla finanza pubblica come definito dal combinato disposto degli Accordi di Milano e del Patto di Garanzia. Una riduzione che per la Provincia di Trento vale circa 86 milioni di euro annui.

Riserve all’erario
La seconda voce riguarda la restituzione delle riserve all’erario trattenute nel periodo 2014-2018 che valgono in totale circa 600 milioni di euro. Ciò si traduce nel versamento al bilancio provinciale di circa 20 milioni annui per un periodo di 30 anni. Tali risorse si aggiungono ai 60 milioni anticipati dallo Stato quest’anno per il triennio 2019-2021.

Tributi sui giochi
La terza voce riguarda il riconoscimento da parte dello Stato del gettito dei tributi sui giochi che ammonterà a circa 11,5 milioni di euro annui.

Una tantum sugli arretrati
A tali voci strutturali, si aggiunge un’una tantum di 90 milioni di euro a titolo di gettiti arretrati afferenti i tributi sui giochi di natura non tributaria.

“Sui giochi il Governo nazionale riconosce un contributo ordinario negli anni a venire e un accordo sostanzialmente transattivo sul passato con un’una tantum importante sugli arretrati, sui quali vi è diversità di vedute tra Trento e Bolzano da un lato e ministero delle finanze dall’altro sul quantum sia dovuto e se sia davvero dovuto: secondo il governo meno, secondo le Province più. Ma la cosa importante è che viene riconosciuto sul futuro il dovuto alla Provincia di Trento per i tributi sui giochi” sottolinea Fugatti.

Slitta di 5 anni l’adeguamento del contributo all’andamento del debito pubblico
Fermo restando la riduzione strutturale del 20% del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, l’accordo con il Governo nazionale prevede inoltre il posticipo di 5 anni, dal 2023 al 2028, della clausola che dispone l’adeguamento del concorso medesimo alla variazione percentuale degli oneri del debito pubblico nazionale. “Riteniamo – sottolinea Fugatti – che si tratti di un risultato importante in considerazione della prevedibile dinamica degli oneri in esame legata anche alla tematica della restituzione dell’Italia all’Europa delle risorse del PNRR”.

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