A partire dallo scorso venerdì primo ottobre, fino al 10 dicembre, nelle sale del pian terreno del Museo Diocesano Tridentino resterà aperta al pubblico la attesa mostra d’arte “Anna, la madre di Maria. Culto e iconografia nel Tirolo storico” organizzata dal Museo Diocesano Tridentino in stretta collaborazione con l’Università di Trento e col Museo Diocesano Hofburg di Bressanone, a cura della professoressa Alessandra Galizzi Kroegel con la collaborazione di Stefanie Paulmichl.

Sant’Anna, madre della Vergine Maria e dunque nonna di Gesù, in particolare fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, soprattutto in Tirolo, Austria e Baviera fu oggetto di una venerazione assai intensa.

Per motivi diversissimi, legati alla sua agiografia più o meno leggendaria, venne invocata in particolare dal ceto borghese, dai minatori, dai falegnami, dalle donne che faticavano a concepire, dalle partorienti, dalle madri di famiglia. Lo fu moltissimo per la “buona morte”: a lei vennero dedicate dozzine di cappelle cimiteriali. Venne raffigurata in centinaia di rappresentazioni, da sola ma ancora più frequentemente insieme ad altri personaggi: il marito Gioacchino, Maria, della quale è maestra, e ancora di più insieme a Maria e il Bambino (nella cosiddetta Sant’Anna Metterza / Anna Selbdritt) e insieme a una schiera di parenti (nella cosiddetta Sacra Parentela / Heilige Sippe).

La mostra comprenderà “solo” una ventina di pezzi, ma grazie al video con il quale si concluderà riuscirà a presentare al pubblico tante opere inamovibili (affreschi, sculture o grandi altari a portelle) ma di particolare interesse in relazione al tema trattato. Verranno così chiarite le modifiche teologiche e cultuali, e di conseguenza iconografiche, cui Sant’Anna fu oggetto in particolare dopo il Concilio di Trento. Insomma si tratterà non solo di una mostra d’arte ma anche di una esemplare indagine di iconografia agiografica.