È stato presentato oggi uno studio del Cibio dell’Università di Trento e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari volto a verificare l’attendibilità dei test salivari per la diagnosi di positività da Covid-19 in relazione a quelli nasofaringei. Mille le persone coinvolte nella ricerca svolta in Trentino che tramite le analisi sia del tampone nasofaringeo e sia della saliva ha evidenziato l’alta affidabilità e sensibilità nel tracciamento della malattia, sia nelle fasi iniziali, sia in quelle sintomatiche.
Lo studio sarà ora portato all’attenzione della comunità scientifica internazionale grazie ad una versione preprint, cioè precedente alla pubblicazione formale in una rivista scientifica che prevede una revisione da parte di altri esperti esterni. Si tratta di un passaggio importante poiché permette di condividere l’esito del lavoro con altri gruppi di ricerca attivi in varie parti del mondo sul fronte del contenimento del contagio, i risultati potranno dunque essere discussi e integrati.
Le analisi del tampone e della saliva vengono eseguite in laboratorio con la stessa metodica molecolare che garantisce un’altissima sensibilità. Tuttavia mentre il prelievo del tampone può risultare una procedura invasiva che richiede l’intervento di un operatore sanitario, la saliva può essere raccolta facilmente in autonomia da chiunque, senza rischi né disturbi. Ciò può dunque aprire la strada all’utilizzo di questo test per lo screening di massa e il tracciamento di contagi soprattutto in contesti, come le scuole, dove la copertura vaccinale non può essere elevata. “Questa è l’occasione per testare un’innovativa provetta made in Trentino per facilitare e rendere più sicura la raccolta della saliva in autonomia da parte di tutti e favorire perciò l’analisi su larga scala”, aggiunge Massimo Pizzato, responsabile del Laboratorio di diagnostica molecolare dell’Università di Trento.
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