Se in tutta Italia l’8 settembre si ricorda l’armistizio sottoscritto nel 1943 dal governo Badoglio con gli alleati anglo-americani, data che segna di fatto l’inizio della Resistenza contro l’occupazione nazista, a Trento la data assume un significato ancora più importante, in quanto nella notte tra l’8 e il 9 settembre di quell’anno, le caserme di Trento furono le prime ad essere investite dalla rabbiosa reazione dai reparti scelti della divisone corazzata “Leibstandarte Adolf Hitler” richiamata dal fronte orientale nelle settimane precedenti proprio per svolgere questo compito.
I reparti italiani – vergognosamente abbandonati, senza alcun ordine e disposizione, dal Comando generale e dalla monarchia che abbandonarono precipitosamente Roma – non accettarono l’intimazione alla resa e si batterono valorosamente con un tragico bilancio di oltre 40 caduti. I sopravvissuti, tra cui molti trentini, furono i primi tra i 600 mila internati italiani nei lager nazisti, la grande maggioranza dei quali rifiutò l’arruolamento nell’esercito fantoccio di Salò. Fu, questo, il primo episodio della Resistenza armata all’invasore nazista nel nostro Paese e i soldati delle caserme di Trento vanno considerati ad ogni effetto e a pieno titolo come i primi partigiani d’Italia.
Per questo motivo, in piazza Dante a Trento, oggi si sono svolte le celebrazioni in memoria degli internati militari italiani (ex IMI), soldati italiani che non accettarono di schierarsi con il fascismo e con il nazismo e vennero internati nei campi di concentramento in Germania. Alla commemorazione presso la targa affissa in loro ricordo hanno partecipato il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Tonina, il sindaco di Trento Ianeselli, il nuovo questore Francini e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche, tra cui l’Anpi.
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