“I santi nell’armadio”, la raccolta di Rosanna Cavallini a Revò fino al 31 ottobre

L’inaugurazione della mostra a Casa Campia

Da cinquant’anni Rosanna Cavallini raccoglie testimonianze della devozione popolare, immagini a stampa raffiguranti soggetti sacri, perlopiù di autori ignoti, che nei secoli scorsi non mancavano nelle case contadine e che venivano acquisite a poco prezzo, ma rivestivano un alto valore simbolico. Per ingraziarsi un buon raccolto come la salute della famiglia o scongiurare qualche malanno. Una “pratica” soprattutto femminile che la collezionista ed esperta di etnografia, nonché pittrice, originaria di Riva del Garda, ha “riversato” come uno dei tasselli di una più ampia indagine socio-culturale nel museo di Casa Andriollo di Olle, frazione di Borgo Valsugana, che ha fondato qualche anno fa.

Qui, oltre alla devozione popolare, si spazia dall’esposizione di lini e tessuti fino agli strumenti della cucina e altro ancora.

Invece, in alta val di Non, a Revò, frazione di Novella, è aperta fino al 31 ottobre nella splendida Casa Campia (il lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 19; sabato e domenica dalle 14 alle 21) una mostra fin nel titolo intrigante: “I santi nell’armadio. Le stampe Remondini e la devozione popolare tra XVIII e XIX secolo” curata, oltre che da Rosanna Cavallini, dal critico d’arte Roberto Pancheri.

Valore aggiunto dell’esposizione è il catalogo che l’accompagna. Perché graficamente accattivante e ben impaginato dalla fotografa Laura Gasperi, di cui sono anche diverse riproduzioni. Un aspetto non secondario dato che ormai i cataloghi di parecchie mostre sono sciatti e mal confezionati.

Rosanna Cavallini illustra la mostra a Casa Campia

L’interesse di Rosanna Cavallini si manifestò quando a Bolzano (dove il padre era il proto del giornale Alto Adige, cioè il capo della tipografia e il cenno biografico non è probabilmente irrilevante) si occupava del restauro di vecchi mobili reduce da Venezia, dove aveva studiato al Magistero artistico. Nelle ante di quei mobili saltarono fuori tante e tante immagini sacre a colori che per quanto avessero poco valore dal punto di vista artistico e quindi economico parecchio ne avrebbero avuto in seguito come tracce di una cultura contadina e di una devozione durata qualche secolo.

Studiato, raccolto e contestualizzato (la famiglia Remondini di Bassano creatrice e padrona di quel mercato, i Tesini agenti di commercio delle stampe in mezza Europa), tutto quel materiale avrebbe permesso a Rosanna Cavallini di acquisire conoscenze e informazioni, tracciare un percorso di studio originale. La cui testimonianza, nel 2000, venne raccolta nel volume “L’immagine popolare nelle stampe europee dal XVIII al XIX secolo”, ma anche in alcune mostre.

Revò è un’altra ulteriore tappa di un viaggio che dura da decenni.

“Non nascondo di aver paragonato spesso il percorso della devozione popolare cristiana ad un fiume in piena con l’impeto di un’inondazione che ha deposto i suoi segreti nelle nostre mani – riflette Rosanna Cavallini nel catalogo –. Sta a noi discernere la vasta quantità di materiali sgorgati dalla profonda esigenza umana di affidarsi al mistero del sacro. Chi rimane indifferente alla loro intensità forse non ha toccato i tasti della sofferenza”.

E più avanti: “Nel grande disegno visionario anche le ‘menti attonite dei contadini’ hanno esplicato creatività. Le produzioni devozionali hanno evidenziato come la cultura popolare abbia elaborato concetti ‘altri’, estranei alla cultura egemone, un disegno complesso e articolato, pensiero popolare divenuto cultura nel suo concetto più alto. Un autentico baluardo eretto contro gli umani spaventi, i dispiaceri, le malattie e i lutti”.

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