A volte ritornano. Le ultime notizie sul collegamento tra la stazione di arrivo sul Baldo della funivia di Malcesine e San Valentino-La Polsa risalivano al 2014, quando il consiglio comunale di Brentonico votò all’unanimità il sì al progetto. Poi il silenzio, mentre le braci covavano sotto la cenere. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha ritirato fuori dal cassetto l’ipotesi, incontrando i sindaci di Brentonico e di Avio insieme al dirigente del Dipartimento artigianato, commercio, promozione, sport e turismo, Sergio Bettotti.
L’obiettivo è di procedere coinvolgendo non solo le due amministrazioni trentine, ma anche quella di Malcesine, la regione Veneto, Brentonico Ski e Trentino Sviluppo. Sul piatto dell’accordo ci sono già 80 mila euro per la valutazione dei due tracciati (uno prevederà il passaggio da Pra’ Alpesina) che dovranno tenere conto delle valutazioni di Vas e Via, ovvero valutazione ambientale strategica e valutazione di impatto ambientale.
Chiari gli obiettivi: il versante Trentino punta ad intercettare i 500 mila arrivi della funivia ai Zochi Alti, soprattutto in estate, mentre al Veneto fa gola ampliare la ski area, che a Tratto Spino conta appena 5 chilometri di piste. In questo modo il turismo invernale sulla sponda veneta del Garda avrebbe un’offerta in più. La domanda è: a che prezzo dal punto di vista ambientale? Sei anni fa il progetto incassò la netta opposizione di Mountain Wilderness, che oggi non cambia idea: “Da tre-quattro mesi hanno ricominciato a parlare del collegamento Malcesine-Polsa – sbuffa Luigi Casanova, presidente onorario di MW – è chiaro che si vuole trasformare il Baldo in un luna park per biciclette con annessi ristoranti panoramici, mentre noi abbiamo avviato l’iter per chiedere il riconoscimento di monumento Unesco. Il Baldo è un orto botanico, che coniuga la microvegetazione del Garda con la flora montana, un laboratorio di ricchezza incredibile: pensare ad un nuovo collegamento è uno schiaffo ai valori di questa montagna, senza contare che il tracciato interagisce con la Rete Natura 2000, mentre il vicino Altissimo è un Parco naturale locale”.
“Mi pare evidente – continua Casanova – che questo progetto punta al turismo senza neve, quello delle bici, visto che sul Baldo la stagione dello sci è ben al di sotto di quei 110 giorni all’anno che la renderebbero economicamente sostenibile”. Mountain Wilderness promette battaglia: “La legislazione trentina non ci consente grandi margini di intervento, ma in Veneto sono assoggettati alle leggi nazionali e i recenti contenziosi di Cadore e Auronzo dicono che abbiamo delle carte da giocarci”, conclude il presidente onorario di Mw.
Il vicesindaco reggente di Brentonico, Moreno Togni, mantiene una linea prudente: “Questo progetto deve essere condiviso con la comunità – esordisce – innanzitutto attendiamo la valutazione ambientale strategica, per capire i margini di azione. Se l’esito sarà positivo, penseremo a cosa fare, sapendo che il tema non è solo l’impianto, ma il progetto complessivo: se portiamo qui i turisti, dobbiamo anche avere un’offerta da mettere sul piatto”.
Togni conferma che un collegamento Polsa-Zochi Alti avrebbe ricadute soprattutto estive: “Non possiamo pensare ad un progetto del genere per lo sci, che ha invece più senso per il versante veneto: dobbiamo puntare sull’outdoor, sulle biciclette e sull’escursionismo”. Resta il tema dell’impatto ambientale in un’area particolarmente delicata: “L’impianto va pensato come mobilità alternativa, per togliere auto dalle strade – afferma Togni – e in questo senso l’ipotesi di un tracciato che passa da Pra’ Alpesina, con delle fermate intermedie, avrebbe più senso e sarebbe meno impattante”. A suo tempo si era parlato anche di un collegamento fino a Brentonico: “Non va scartato, ma non è in agenda”.
Più freddo rispetto al progetto è Ivano Fracchetti, sindaco di Avio: “Un collegamento con Pra’ Alpesina non avrebbe grandi ricadute sul nostro territorio – commenta – diverso sarebbe un collegamento tra Sabbionara, con uno sgancio al castello, e San Valentino. Questo sì sarebbe un progetto di mobilità alternativa”. Fracchetti ha messo in tavola anche questo nell’incontro con Fugatti, senza però suscitare grandi entusiasmi.
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