A Segonzano. “Portiamo l’idea di oratorio”

Le proposte per i più piccoli non mancano mai nella programmazione dell’oratorio di Piazzo-Segonzano-Sevignano

Segonzano. Chi sceglie di partecipare attivamente alla vita dell’oratorio lo fa per un senso di comunità che il Covid ha rafforzato in alcuni casi e sfaldato in altri. Quattro anni fa, il direttivo dell’associazione Noi “L’oratorio Piazzo-Segonzano-Sevignano” ha scelto di fare un salto nel vuoto. Ha deciso di creare, in un posto che prima d’allora non aveva mai sperimentato la “vita d’oratorio”, un luogo d’incontro per bambini e ragazzi. L’oratorio si è andato popolando di giorno in giorno, ma con il Covid-19 ha subito una battuta d’arresto. Il direttivo dell’associazione però non demorde e, anche attraverso l’adesione al progetto “Noi siamo fuori”, prova a rilanciare la proposta oratoriana.

Incontriamo Licia, Antonella e José in un piovoso giovedì pomeriggio. L’oratorio si trova in un bell’edificio di fronte alla chiesa di Segonzano, ma coinvolge anche Piazzo e Sevignano e promuove delle attività che abbracciano tutta la valle. Quando le suore di Cena Domini erano a Ravina, poi, ci si spostava in pulmino per partecipare agli incontri di “Pane di vita”; un’occasione, per i ragazzi delle medie e delle superiori, per stare assieme e incontrare altri coetanei.

“La prima volta che ci siamo trovati in oratorio era il 2017. C’erano solo tre bambini, mentre eravamo in cinque, sei animatori”, racconta Licia, vicepresidente dell’associazione. “Negli anni siamo arrivati a coinvolgere fino a una quarantina di bambini. Capitava soprattutto in occasione di ‘Pizza Hero’, un concorso in cui ogni bambino doveva preparare una pizza, che veniva poi valutata dalla nostra giuria, composta dal parroco e dalla cuoca di una pizzeria di Segonzano”.

Nei ricordi di Antonella, originaria di Segonzano, “non c’è mai stato un oratorio”. “La comunità – aggiunge – non ha mai avuto una vera e propria animazione per giovani. Siamo nati dal nulla”. I bambini e i ragazzi che hanno partecipato a quei primi incontri ora sono diventati – come José – animatori dell’oratorio. “Siamo partiti con alcune iniziative per i più piccoli”, racconta Licia. “Inizialmente ci trovavamo una volta a settimana; poi però i nostri incontri hanno cominciato a diradarsi”. Adesso “L’oratorio Piazzo-Segonzano-Sevignano” si occupa principalmente dell’organizzazione di eventi, come la colazione comunitaria, che veniva proposta ogni anno prima della Messa.

In occasione degli europei, il direttivo ha proposto il “Tifo da oratorio”: bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni si sono ritrovati in una sala in cima all’edificio per guardare le partite giocate dalla Nazionale. Una proposta che però, come raccontano Licia e Antonella, non ha riscosso molto successo.

Sempre negli ultimi mesi, è stata organizzata una “passeggiata dei sassi”. “Il gruppo di giovani animatori ha lanciato l’idea di pitturare dei sassi, che sono poi stati nascosti vicino al paese, tra l’oratorio e il Santuario della Madonna dell’Aiuto”, spiega Licia. “Siamo riusciti a coinvolgere una quindicina di bambini e la scuola materna, che ha replicato l’iniziativa”. Non è facile, però, chiamare a raccolta bambini e ragazzi. “In valle abbiamo un calo demografico molto importante”, precisa Antonella. “I ragazzi delle elementari sono pochissimi, e non a tutti interessa l’oratorio. Anche il gruppo di terza media, molto attivo, con il Covid ha iniziato a partecipare meno alle nostre attività”. È stata soprattutto la seconda ondata a mettere a dura prova l’oratorio, che ora sta cercando di capire come proseguire. “Stiamo facendo dei ragionamenti”, spiega Licia. “Per esempio, se c’è un ragazzino delle medie che è portato nelle attività con i bambini cerchiamo di inserirlo sin da subito come animatore. Si tratta anche di un modo per far sì che si affezioni all’oratorio. Stiamo cercando di capire come coinvolgere i ragazzi”.

Ci vorrà del tempo, ma Licia, Antonella e José sono speranzosi, nonostante le difficoltà. Sarà necessario colmare le distanze che dividono – anche fisicamente – i paesini della valle. Segonzano, ad esempio, è un paese con quattordici frazioni distanti anche alcuni chilometri l’una dall’altra. Spostarsi per arrivare in oratorio non è scontato, se non c’è una forte motivazione alla base. “Ma c’è anche una mancanza di collaborazione e di iniziativa – conclude Licia -. Se qualcuno ce lo chiedesse, potremmo andare incontro alle famiglie, per esempio riaccompagnando i bambini a casa la sera, al termine delle attività. Siamo qui apposta: i nostri valori sono
quelli”.

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