La vita eterna come orizzonte

È DIO CHE CI MANDA! Siamo lettere che Dio invia nel mondo. Cosa conteniamo? Parole d’amore o parole di guerra? Voliamo leggere o portiamo notizie pesanti? Quel che è certo è che abbiamo su noi la firma di Dio, che, come vedete, è un sigillo d’amore. Consiglio creativo: divertiti ad inventare diversi tipi di sigillo creando timbri diversi con le tue iniziali, forme geometriche oppure con dei simboli per te significativi. Per rendere i sigilli adesivi, disegnali sulle etichette bianche, sulla carta adesiva oppure direttamente sul foglio. Dopo averli colorati e ritagliati, usali per impreziosire la tua corrispondenza, incollandoli sul lembo di chiusura delle buste. Se invece vuoi provare ad usare la ceralacca come si faceva un tempo, chiedi aiuto ad un adulto: cercando in qualche cartoleria specializzata potresti trovare ancora tutto il necessario per usare questo antico strumento di autenticità. Illustrazione di Lorena Martinello

L’ evangelista Giovanni, dopo che Gesù ha sfamato la folla, dando loro il pane da mangiare, raccomanda di non darsi da fare per una cosa qualunque, di non pensare solo a un «cibo che perisce». Ciò che importa davvero è avere come orizzonte la vita eterna. Viene spontaneo allora chiedersi che cosa bisogna fare per raggiungere quell’obiettivo. E la risposta di Gesù è sconcertante: l’unica opera che Dio chiede è questa: «che crediate in colui che egli ha mandato» (Gv 6,29).

È importante capire bene cosa significhi. Anzitutto Gesù dice che credere non è soltanto un’esperienza teorica, per cui se «credo che Dio esiste» sono a posto e ho fatto tutto quello che dovevo fare, riducendo la fede a un’adesione religiosa. Gesù indica qualcosa di molto diverso. Intanto dice che la fede è un’opera nella quale i suoi discepoli devono impegnarsi per tutta la vita.

Si tratta di vivere Dio come Padre, di reagire sempre con misericordia, di essere portatori di speranza. Credere in Gesù è portare il suo progetto sulla terra, sforzandosi per un mondo più umano e giusto, non dimenticare coloro che corrono il rischio di venir dimenticati da tutti, anche dalle religioni. E tutto ciò sapendo che il nostro impegno, magari piccolo e povero, è l’opera più umana che possiamo compiere. E anche «la più divina», perché Dio stesso opera con noi e in noi. Ma è proprio questa consapevolezza che oggi rischia di venire meno.

Dio è lasciato ai margini e ciò che guida la società è piuttosto la moda consumistica. È importante possedere l’ultima novità che ci viene offerta.

Un sociologo francese descrive «l’individuo-moda», dalla personalità e dai gusti mutevoli, «senza legami profondi, attratto dall’effimero».

Gesù aveva ricordato ai suoi discepoli: «Datevi da fare non per un cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà» (Gv 6, 27). Nutrirsi solo dell’effimero porta a vivere senza radici e senza consistenza interiore. Ci si accorge che tutto passa, e allora si vorrebbe fermare il tempo, si ha paura, e talvolta orrore dell’invecchiamento, tanto da aggrapparsi alla gioventù fino a rasentare in certi casi il ridicolo. I credenti davanti alla morte possono essere presi dalla paura, ma non inventano una vita che dura per l’eternità.

Si fidano di Colui che ha detto «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà» (Gv 11,25), e conseguentemente si preoccupano di nutrire quello che c’è di eterno in loro, fondando la propria vita in un Dio che vive per sempre e in un amore che vince anche la morte. Dio lo si può incontrare!

Certamente ogni persona deve seguire un proprio percorso personale, e nessuno può indicare dal di fuori i passi concreti da fare. Tuttavia è importante non avere mai paura di Dio, delle miserie umane, dei peccati: in Gesù ogni male è stato vinto e ci ha preparato un posto presso di Lui. Lo possiamo capire se prendiamo in mano il Vangelo.

Non è una semplice storia accaduta più di duemila anni fa. Leggendolo è possibile incontrare Gesù: Egli è la via che ci conduce a Dio. Il Vangelo è una «bella notizia», che ci fa vivere, che ci guarisce e ci fa scoprire quanto siano vere le parole di Gesù: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete mai!» (Gv 6,35).

Illustrazione di Lorena Martinello
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