Torna in Consiglio provinciale il tema della possibile riapertura del cementificio Sarche, nel Comune di Madruzzo in Valle dei Laghi, dopo che l’azienda Italcementi, proprietaria dell’impianto, avrebbe annunciato un investimento di circa 5 milioni di euro per la ripresa della produzione.
Il consigliere del Pd Alessio Manica oggi ha infatti depositato un’interrogazione chiedendo alla Giunta, ed in particolare all’assessore all’ambiente Mario Tonina, di esprimere con chiarezza la propria posizione in merito, evidenziando come “la notizia da subito ha suscitato molta preoccupazione sul territorio e all’interno della comunità locale, a cominciare dalle molte aziende del biodistretto della Valle dei laghi che si occupano di agricoltura, trasformazione di prodotti agricoli, agriturismo, ricettività e filiera turistica. La principale preoccupazione è quella legata all’inquinamento connesso alla riattivazione del ciclo completo di produzione del cemento, in contrasto, tra l’altro, con gli obiettivi strategici del territorio tra cui la recente costituzione del biodistretto”.
Per contrastare l’ipotesi, si è creato anche un comitato di cittadini spontaneo contro la riattivazione del forno cementificio bisarche, ed è stata attivata una petizione popolare che ha già raccolto in pochi giorni centinaia di firme.
Nell’interrogazione Manica chiede inoltre alla Giunta se ci siano state richieste da parte dell’Azienda e conseguenti valutazioni o rilascio di autorizzazione da parte della PAT; se la riattivazione della produzione a ciclo completo di cemento sia subordinata al rilascio di autorizzazione formale o aggiornamento dell’AIA da parte degli uffici della PAT o se invece possa avvenire indipendentemente da questa; con quale provvedimento sia stata rilasciata l’AIA e se esistono monitoraggi dettagliati degli impatti inquinanti dell’impianto pre-spegnimento del forno.
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