C’è anche un po’ di Università di Trento nella missione EnVision con la quale l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha messo nel mirino l’esplorazione di Venere. Durante lo svolgimento della missione infatti, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), avrà la responsabilità di realizzare il radar sounder per lo studio dei primi strati della superficie del pianeta a profondità dell’ordine di alcune centinaia di metri: uno strumento altamente specializzato, di cui è Principal Investigator Lorenzo Bruzzone, docente del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione e responsabile del Laboratorio di Telerilevamento (Remote Sensing Laboratory) dell’ateneo trentino.
L’obiettivo scientifico della missione è quello di caratterizzare i diversi pattern stratigrafici e strutturali del sottosuolo; realizzare la mappatura della struttura delle unità geologiche esplorando le proprietà di elementi quali pianure, colate laviche e detriti da impatto oltre che effettuare la rilevazione di strutture del sottosuolo non direttamente legate alla superficie.
“EnVision affiancherà alla capacità di effettuare misure inedite su larga parte del pianeta, l’obiettivo di studiare in maniera dettagliata le regioni di maggiore interesse di Venere con l’insieme unico di strumenti che avrà a bordo”, spiega Lorenzo Bruzzone. “Sarà la prima volta in assoluto che un radar sounder opererà sul nostro pianeta gemello. Le sue misure sotto-superficiali saranno fondamentali per la ricostruzione della storia geologica di Venere e contribuiranno alla comprensione dell’interazione tra superficie, sotto-superficie e atmosfera venusiana.”
La missione offrirà una visione senza precedenti del pianeta più simile alla Terra in termini di massa, dimensioni e raggio orbitale. L’uso della tecnologia radar insieme alla spettroscopia ad alta risoluzione e alla radio scienza consentirà lo studio del pianeta in un’ampia scala spaziale, dall’alta atmosfera fino all’interno del pianeta. Attraverso il suo approccio globale, EnVision affronterà questioni fondamentali sull’atmosfera, il clima, la geologia passata e presente di Venere e la loro potenziale interazione. Ciò fornirà preziose informazioni sull’evoluzione e l’attività attuale del pianeta, fornendo importanti indizi sui motivi per cui Venere si sia evoluto in maniera così diversa dalla Terra.
I risultati attesi da EnVision, che partirà alla volta di Venere nei primi anni del 2030, sono rilevanti anche per la comprensione dell’abitabilità e dell’evoluzione dei pianeti terrestri nel Sistema Solare e altrove, fornendo così ulteriori informazioni ad altre missioni.
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