Siamo persone indignate per ciò che è accaduto a Sara Arrigoni Qasmi, una giovane donna italiana, di origine marocchina, quando giovedì 27 maggio si è presentata all’Ispettorato della Motorizzazione Civile per sostenere un regolare esame per la patente di guida. Lodevole certo l’intenzione del Centro per la Motorizzazione, di evitare frodi durante l’esame per la patente, smascherando eventuali furbetti…
Ma perché solo 4 sono stati controllati? Perché su 4 controllati dai carabinieri, solo ad una donna è stata riservata l’umiliazione, non necessaria, di doversi completamente spogliare? Forse i carabinieri pensano che una donna è più furba dei maschi? Forse chi coordinava l’operazione aveva/non aveva dato o ricevuto indicazioni sufficienti? Forse cercavano una terrorista con esplosivo addosso? Forse la carabiniera, donna anch’essa, doveva misurare la propria capacità di vessazione verso una persona inerme? In questo caso sospenderla o radiarla andrebbe bene. Forse invece, in un contesto fortemente maschile, l’ordine di controllo dei 4 esaminandi è stato dato in modo ambiguo e si è realizzato come abuso d’ufficio? Molte donne, e non solo donne, a Trento, attendono di conoscere le misure disciplinari che scoraggino in futuro altre azioni simili a questa da parte del gruppo dei “carabinieri in azione”. E in primis, il comandante dell’Arma a Trento dovrebbe scusarsi con la vittima Sara Arrigoni Qasmi, cui va tutta la nostra solidarietà.
Miriam Gottardi e i sottofirmati appartenenti alla Comunità San Francesco Saverio: Gabriella Pravatà, Raffaella Periotto, Paola Morini, Iole Gregori, Lorenzo Detassis, Mauro Avi, M.Luisa Drigo, Emma Rossi, Valerio Fontanari, Lorenza Dallapiccola, Elena Cadonna, Mario Casna
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