Nella mattinata di giovedì 10 giugno, alle ore 8:30, i rappresentanti degli studenti della scuola secondaria di primo grado Bronzetti-Segantini di Trento, incontreranno l’Assessora comunale all’istruzione Elisabetta Bozzarelli, alla quale sottoporranno il problema dell’insufficienza degli spazi scolastici, inadatti a una didattica efficace e interattiva.
Al termine dell’incontro, gli insegnanti consegneranno all’Assessora una lettera, per informarla sull’attuale situazione della scuola secondaria di primo grado Bronzetti-Segantini.
“La grandezza in termini di metratura delle aule della nostra scuola è inadatta ad un ambiente di apprendimento“, scrivono i docenti: “Il numero di alunni per classe si attesta in modo abbastanza costante tra i 23 e i 25. Probabilmente tutte le aule soddisfano i criteri di sicurezza imposti dalla legge, ma sono spazi non adatti a svolgere attività didattiche“. Le aule, anguste, secondo gli insegnanti infatti “non permettono movimenti agli studenti e all’insegnante, che non può avvicinarsi agli studenti per sostenerli nel loro lavoro, non permettono la presenza di armadietti ad uso individuale. Non permette di modificare il setting dell’aula per organizzare delle attività didattiche o per il trasporto del carrello dei dispositivi multimediali. Non esistono spazi per gli insegnanti di sostegno e neppure per avere una scrivania degna di questo nome per predisporre il personal computer per l’utilizzo della LIM”
Le dimensioni ridotte provocano inoltre il veloce surriscaldamento dell’aula, prosegue la lettera che evidenzia anche il problema del numero di aule. “È presente una sola aula di musica che non riesce a coprire l’effettivo bisogno in quanto con 6 sezioni è impossibile che due lezioni di musica non si sovrappongono. Sono presenti 2 laboratori di informatica, uno abbastanza grande e uno più piccolo che non riesce a contenere i 25 computer che permettono di ospitare un’intera classe. Con l’attuale necessità di investire nelle competenze digitali sarebbero necessarie 4 aule di informatica ognuna contenente almeno 26 personal computer. Servono aule (anche di piccole dimensioni) per il lavoro in piccoli gruppi”.
Non sono solo i locali destinati alla didattica ad essere considerati inadatti: “L’aula insegnanti è uno spazio molto piccolo dove gli insegnanti a malapena riescono a depositare i libri di testo in possesso. Sono presenti solo 3 computer, per cui capita spesso che insegnanti non trovino dispositivi liberi per svolgere il loro lavoro. Inoltre non è a disposizione nessun locale per svolgere riunioni ed incontri con le famiglie. Molte volte tali incontri sono svolti nell’ufficio della vicaria, dove, in meno di 10 metri quadrati, a volte si riuniscono più di 6/7 persone tra docenti, vicaria, genitori, educatori. Anche gli spazi all’aperto non sono adatti. Il sovraffollamento del piazzale durante la ricreazione trasforma una pausa, che dovrebbe essere di sfogo e rilassamento, in un momento dove si verificano momenti di tensione tra studenti. Avere spazi più ampi permetterebbe di organizzare e distribuire meglio gli studenti. Inoltre gli spazi all’aperto non sono adatti alle attività di educazione motoria”, denunciano ancora gli insegnanti, che spiegano come una recente ispezione provinciale, anziché rilevare le inadeguatezze descritte, ha invece confermato che le metrature a disposizione rispettano i parametri.
“Non sono queste le condizioni giuste in cui poter svolgere il nostro mestiere, non sono queste le giuste condizioni perché i nostri alunni imparino come è loro diritto. Se le ispezioni comunali valutano l’adeguatezza degli spazi in base alla metratura senza tenere conto di come si svolge la vita scolastica e di quali sono le effettive esigenze di chi la scuola la abita tutti i giorni, allora quella dell’innovazione nella didattica diventa soltanto retorica e sogno immaginifico che nulla a che fare con la vera realtà della nostra scuola”, conclude la lettera, che chiede all’amministrazione locale uno studio comparativo tra le varie strutture scolastiche delle scuole secondarie di primo grado della città di Trento, allo scopo di individuare le priorità di intervento.
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