Nel resto d’Italia bastano due anni di residenza per accedere all’assegno universale per le famiglie. Così ha deciso il 30 marzo scorso il Parlamento italiano, con tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, votando la legge delega in materia. In Trentino, invece, di anni di residenza ce ne vogliono ben dieci per avere diritto all’assegno di natalità provinciale.
Una discriminazione inaccettabile per i sindacati Cgil Cisl Uil che insieme alle Acli trentine lanciano un appello-petizione già sottoscritto da numerosi rappresentanti della società civile trentina.
La richiesta è chiara: modificare le regole dell’assegno di natalità provinciale che oggi escludono tutti i bambini e le bambine nati in Trentino da genitori che non sono residenti in Italia da almeno dieci anni. Una scelta, hanno ribadito i promotori presentando questa mattina a Trento la campagna di raccolta firme, ”che discrimina i piccoli ancora nella culla”.
“L’anno scorso sono nati in Trentino 3.900 bambine e bambini. Hanno tutti gli stessi bisogni eppure alcuni di loro, fin dal primo vagito, sono considerati diversi perché figli di famiglie di origine straniera: alle loro mamme e papà non verrà riconosciuto l’assegno di natalità della Provincia autonoma di Trento solo perché sono residenti in Italia da meno di dieci anni. Una scelta ingiusta che discrimina i piccoli ancora nella culla”.
L’appello al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e al Presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, che chiede di modificare la legge provinciale 2 marzo 2011, n. 1 sul benessere familiare, eliminando il riferimento ai requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, si apre con queste parole.
L’invito alla Giunta e al Consiglio provinciale è a rimuovere “questa ingiustizia” modificando la norma trentina per adeguarla ai criteri previsti a livello nazionale per l’assegno unico e universale. “Discriminare è sempre sbagliato, farlo sulla pelle dei bambini è inaccettabile”, hanno rimarcato i tre segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil)con il vicepresidente delle Acli Walter Nicoletti.
Si può sottoscrivere l’appello-petizione su change.org: http://chng.it/28mkJV7Lb9.
Tra i primi firmatari della petizione, oltre ai tre segretari confederali, don Cristiano Bettega (referente Area Testimonianza della Diocesi di Trento), Claudio Bassetti (Cnca), Roberta Bonmassar (presidente Ordine degli psicologi della provincia di Trento), Aboulkheir Breigheche (Comunità islamica), Serenella Cipriani (presidente Consolida), Zebenay Jabe Daka (presidente Amici dell’Etiopia), Andrea La Malfa (Arci), Luca Oliver (presidente Acli trentine), Paola Pisoni (presidente Forum associazioni familiari).
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