Giallo come l’oro, la ricchezza delle sue terre, blu come il mare, i due oceani che le accarezzano le coste, infine rosso, come il sangue dei suoi guerrieri, ma anche la vita, l’amore, il progresso. Significano questo i tre colori che compongono la bandiera della Colombia, li abbiamo visti sventolare quasi quanto il rosa, sulle strade del Giro d’Italia, portati in alto con orgoglio dal suo trionfatore, Egan Bernal, e dai suoi tanti tifosi, che con le loro tinte vivaci hanno colorato le transenne ad ogni tappa.
Un popolo di tanti esuli che non ha mai fatto mancare affetto e calore al suo campione, colombiano di Zipaquirà, città a 2.980 metri di altitudine famosa per la Cattedrale di Sale, ed oggi anche per un corridore che a 24 anni ha già vinto Giro e Tour.
Un popolo di tanti esuli, che ha esultato unito sulle strade italiane, come unito si stringe per quanto avviene in Patria, dove da oltre un mese infuria la repressione di esercito e polizia nei confronti della protesta contro il governo Duque, reo di aver aumentato povertà estrema ed esclusione sociale, in un paese già segnato da forti diseguaglianze.
Non decollano i negoziati, non si fermano le violenze. Sono 43 gli omicidi riconducibili alle forze di sicurezza registrati dall’ong Temblores dal 28 aprile al 24 maggio, oltre a più di 3000 casi di violenza da parte della polizia, 1400 arresti arbitrari, 22 casi di violenza sessuale e 46 casi di lesioni oculari, mentre l’Alta commissaria per i diritti umani dell’ONU Michelle Bachelet ha chiesto l’istituzione di un’inchiesta indipendente sui più recenti disordini di Cali: altri 13 morti tra i manifestanti a fronte degli addirittura 7000 uomini schierati dall’esercito.
Anche per le strade delle città colombiane, nelle ultime settimane, il Tricolor ha continuato a sventolare sempre più forte: garrisce spinto da quel vento, che non smetterà di soffiare, che chiede pacificazione, un’equa ripartizione delle risorse e il rispetto dei diritti umani. Spinto da un popolo che non vede l’ora di rialzarsi, come Bernal, sui pedali, lungo le salite alpine del Giro d’Italia.
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