Immagina, devi

Egan Bernal sul traguardo di Cortina. Foto giroditalia.it

Immagina, puoi, dice un famoso claim. Immagina, devi, declinandolo alla sedicesima tappa di questo Giro d’Italia avvolta nella nebbia e inzuppata dalla pioggia. E di immaginazione, questo pomeriggio, tifosi e appassionati ne hanno avuta tanta.

Sicuramente c’è chi ha immaginato cosa sarebbe successo su quelle due salitone decapitate, ma anche sulle insidiosissime discese, la Ineos lì davanti a menare, l’Astana più aggressiva che mai a inventarsi qualcosa. Primi su tutti quelli che su Pordoi e Fedaia c’erano davvero, magari da giorni. Infreddoliti, si sono scaldati, immaginando che da un momento all’altro potesse accadere l’impossibile. “Mandatene su uno, anche sono uno, che gli stendiamo il tappeto rosa…”. La rinascita dello squalo Nibali, re Remco finalmente con la corona. Immagini che cancellano il Tempo, un Aldo Moser in bianco e nero, maniche corte, fiero, lì davanti a tirare il gruppo, come un Virgilio su due ruote. “Ragazzi, seguitemi, e fidatevi che sul Bondone era peggio. Ma che a nessuno salti in testa di salire in macchina, eh!”.

Qualcuno, dal palco all’arrivo, ha immaginato pure un leader di classifica pantagruelico capace di divorarsi le tre salite infliggendo agli avversari distacchi da granfondo, una tappa epica da scriverci un poema che però, a pensarci bene, avrebbe reso inutile l’ultima settimana e quindi ben venga la versione corta: vedi che non tutti i mali vengono per nuocere? E poi, pensate sia facile trovare un altro Omero?

Tornando alle cose serie: chi non ha immaginato la progressione di Bernal sul Giau? Sgretolando gli avversari, uno a uno e poi su, fino alla nuova Cima Coppi. E poi giù in picchiata verso Cortina. Infine, chi, romantico inguaribile, ha immaginato il colombiano comparire solo agli ultimi 400 metri, perdere volentieri quei 5/10 secondi per sfilarsi con fatica il giacchino e tagliare il traguardo a mani alzate mostrando con orgoglio quella che ormai non è più una maglia ma un’icona del ciclismo. “La Rosa reclama spettacolo, ed eccola a voi, sola sul traguardo, la Rosa”.

Rosa, di un rosa troppo splendente per non essere successo davvero. E chi non l’ha visto, può sempre immaginarselo…

 

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