Lo Zoncolan è un mostro di roccia. Le sue pendenze irte e inarrivabili scoraggiano la pedalata. Il ciclista lo considera uno degli inferni a pedali più duri d’Europa (assieme ad Angliru, Mortirolo e Mont Ventoux). Ci sono voluti diversi anni prima di poterlo affrontare, scalare e domare. Questo mostro sacro è una salita giovane, infatti il versante più pedalabile è stato sfidato solo dal 2003. Affermare poi che il versante di Sutrio è pedalabile fa quasi sorridere: 14 km all’8% di pendenza media, i cui tre km finali virano attorno al 20, 25 e 27% di pendenza. Proprio su questa strada, oggi, la Corsa Rosa ha posto il traguardo della quattordicesima tappa, una frazione partita da Cittadella, con ben 204 km da percorrere, tra cui anche la Forcella del Monte Rest, prima di puntare le ruote all’insù, verso il mostro carnico.
La fuga non ha particolari difficoltà ad andare via e undici corridori scappano avanti. Il vantaggio degli attaccanti di giornata è tenuto però a bada dal gruppo che rimane in vigile attesa, a circa 7 minuti di distanza. Quando il gruppo principale scollina la Forcella di Monte Rest il vantaggio dei battistrada crolla a cinque minuti e l’Astana si mette a tirare nel gruppo principale per riacciuffare i fuggitivi. Vlasov, assieme a tre compagni, in discesa fa selezione nel gruppo dei migliori, ma una volta in fondo il gruppo, con gran fatica, si ricompatta. Sullo Zoncolan la battaglia si accende, sia per la fuga sia per il gruppo dei migliori. Jan Tratnik (Bahrain Vitcorious) allunga sul gruppo degli attaccanti, ma viene ripreso da uno splendido Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa). I due si giocano la vittoria di tappa e a spuntarla è proprio l’italiano che tiene duro anche al rientro dei big di classifica. Nel gruppo dei migliori, infatti, Simon Yates, getta il suo guanto di sfida e attacca la maglia rosa. Egan Bernal è semplicemente inarrivabile: sta a ruota del britannico e nell’ultimo infernale chilometro si alza sui pedali, per affrontare la montagna carnica come fosse un tratto in pianura. Sul traguardo arriva quarto, ma ha cementificato la sua maglia rosa e se la condizione continua ad essere quella attuale, non ce ne sarà per nessuno.
È questa la legge dello Zoncolan: Bernal ha dimostrato di essere superiore, Simon Yates ha gettato la maschera, mostrandosi competitivo. Brutta botta invece per Vlasov ed Evenepoel, bruttissima per Attila Valter, mentre Nibali è uscito addirittura di classifica. Bravo Damiano Caruso che ha limitato i danni. Classifica generale leggermente modifica: Bernal sempre in testa, secondo Yates a 1′ e 33”, terzo Damiano Caruso a 1′ e 51″, quarto Vlasov a 1’57”. Tutti gli altri, ad oltre 2 minuti di distacco dal colombiano, per recuperare dovranno pregare o inventarsi un numero da campione.
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