Il Progettone in Trentino è efficiente ed efficace dal punto di vista produttivo, occupazionale e sociale. Questo è ciò che emerge dalla ricerca di Euricse intitolata “L’impatto sociale ed economico del Progettone”, presentata oggi, mercoledì 19 maggio, al Castello del Buonconsiglio.
Ma cos’è il Progettone? L’iniziativa è nata in provincia nel 1985 a seguito di una fase storica segnata da gravi crisi occupazionali e da problemi di manutenzione del territorio. Perciò fin dalla sua istituzionalizzazione, con la legge provinciale 32/90, il Progettone ha due obiettivi: uno di natura produttiva mentre l’altro di natura occupazionale, conciliando la realizzazione di interventi di manutenzione e conservazione del patrimonio ambientale, culturale e artistico all’inserimento di persone uscite dal mercato del lavoro in età avanzata, favorendone l’accompagnamento alla pensione.
“Questa ricerca è particolarmente rilevante oggi perché cade in un periodo con una situazione economica ed occupazionale per molti versi simile alla metà degli anni ’80”, spiega Carlo Borzaga, presidente di Euricse. “L’esperienza del Progettone dovrebbe essere resa più visibile a livello nazionale come strumento di politica attiva del lavoro e, perché no, potrebbe essere estesa a chi percepisce il reddito di cittadinanza, ma anche ai giovani disoccupati a causa della crisi Covid”.
Dall’indagine, condotta dai ricercatori Eddi Fontanari, Sara Depedri e da Carlo Borzaga, emerge prepotentemente che il numero di lavoratori occupati negli ultimi anni è salito a circa 1800 e all’80% di loro è garantito un contratto a tempo indeterminato. Negli anni il Progettone ha favorito l’occupazione – oltre che delle donne – anche a soggetti fragili che molto spesso trovano difficoltà nel mercato del lavoro a causa sia dell’età media elevata e sia delle difficoltà nello svolgimento delle mansioni. Nel rapporto si evidenzia come il 57% delle persone sottoposte alla visita sanitaria presenta limitazioni fisiche o prescrizioni mediche.
Nonostante la spesa pubblica possa apparire significativa (38,6 milioni di euro spesi nel 2018) le analisi presenti nella ricerca sottolineano come per ogni euro speso il valore della produzione lavorativa raddoppia. Inoltre un’analisi costi-benefici ha evidenziato che, tenendo conto dei risparmi generati dalla riduzione dell’erogazione di sussidi forniti a chi è inserito nel Progettone, nel 2018 la Provincia al netto ha speso solamente 15,7 milioni di euro.
“La Provincia continuerà a investire nel Progettone perché, fin dalla sua nascita, si è dimostrato un utile strumento che restituisce dignità ai lavoratori offrendo al contempo validi servizi di manutenzione del territorio e per la collettività“, sottolinea Maurizio Mezzanotte, dirigente del SOVA, Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale.
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