La nona tappa del Giro d’Italia prevede un grande spettacolo. A chiusura della prima settimana la Castel di Sangro-Campo Felice è una polveriera a pedali. Dopo le fatiche accumulate in Piemonte, in Emilia Romagna e sulla costa adriatica, i corridori cominciano a risalire lo stivale. 158 chilometri conditi da ben quattro GPM e naturalmente neanche un cm di pianura. Oltre 4000 m di dislivello attendono i corridori, ma soprattutto si attende la bagarre per la conquista della maglia rosa. Ad aumentare la difficoltà tecnica della tappa vi è un traguardo inedito ed eccezionale: 1600 metri di sterrato risalendo la pista di sci di Campo Felice.
Anche per la frazione odierna la lotta per la fuga è stata intensa, con tanti tentativi poi ripresi. Infine, é andato via un gruppetto di 17 uomini, dove Bouchard e Bouwman sono rimasti protagonisti fino al traguardo. Infatti il francese é stato per lungo tempo da solo al comando e ha conquistato la maglia azzurra. Tuttavia tra la polvere dello sterrato di Campo Felice, i big della generale regalano lo spettacolo tanto atteso! La corsa si accende solo quando uno scatenato Moscon, impone un ritmo folle in testa al gruppo. Giunti nelle rampe più dure dello sterrato, Bernal lascia il segno. Nel vero senso della parola il colombiano lancia un attacco impressionante, nessuno riesce a tenerlo raggiunge i fuggitivi e si invola al traguardo, senza la forza neanche per esultare. Quindi tappa e maglia rosa per la bestia che quando sente fame azzanna tutto quello che si trova davanti. Superbo Ciccone, che chiude 2° a 7″, stesso tempo di Vlasov. Leggermente in difficoltà invece Evenepoel, ma che comunque si difende, solo 10″ di ritardo per il belga. Il resto degli uomini di classifica arrivano tutti insieme, un po’ più staccati, a 12″ da Bernal. Perdono qualcosa in più Nibali, e soprattutto Valter che non riesce a difendere il simbolo del primato. Da segnalare come la sfortuna colpisca ancora la Bahrain, con Mohoric che é costretto al ritiro dopo una terribile caduta in cui ha battuto la testa sull’asfalto dopo un salto mortale e la rottura della bici.
Per recuperare questa tappa abruzzese ed arcigna non posso far altro che consigliare rifugio nei piatti tipici locali. Il menù prevede agnello in tutte le salse e le versioni (particolare menzione va fatta agli arrosticini), pregiati formaggi, soprattutto il pecorino, e infine deliziosi dolci, come le ferratelle, i confetti di Sulmona o il torrone aquilano.
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