“Caveat” è un congiuntivo esortativo latino che si traduce letteralmente con “stia attento”. Ed è proprio questo, “CAVEat!”, il nome che il Presidio Universitario di Libera “Celestino Fava” di Trento ha scelto per le puntate del podcast che ricostruirà in maniera chiara e accessibile le indagini che hanno portato all’Operazione Perfido, che il 15 ottobre 2020 ha coinvolto 19 uomini e donne residenti tra la Val di Cembra e Trento.
La prima puntata del podcast, “Operazione Perfido”, è uscita il 9 maggio, giorno in cui si ricorda la morte del giornalista e attivista Peppino Impastato, che con la sua “Radio Aut” denunciava i soprusi commessi nel suo paese, Cinisi. “Anche noi vogliamo cercare di tenere aggiornati i cittadini sulle vicende che si sono svolte in Trentino negli ultimi anni”, spiega Giulia Desimio, 22 anni, studentessa di Giurisprudenza che, assieme a una decina di altri ragazzi e ragazze, ha curato la realizzazione e registrazione del podcast, avvenuta principalmente a distanza durante la pandemia.
L’idea è nata appunto dopo il 15 ottobre del 2020, quando un’indagine congiunta del Ros dei Carabinieri di Trento e della polizia di Stato di Reggio Calabria ha portato per la prima volta a ipotizzare l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Trentino. Le vicende processuali non sono ancora iniziate, e non si può prevedere cosa succederà, ma il Presidio Universitario di Libera di Trento ha deciso di impegnarsi per aggiornare i cittadini sugli sviluppi. “Vogliamo che questa vicenda non finisca nel dimenticatoio, che si continui a parlarne”, aggiunge Giulia. “Il nostro Presidio, però, si occupava di monitoraggio sul territorio già da diversi anni, nel corso dei quali siamo entrati a contatto con alcune realtà che denunciavano i casi di sfruttamento dei lavoratori nelle cave della Val di Cembra e una gestione poco trasparente a livello amministrativo. Alcune di queste persone – anticipa Desimio -, come il direttore del mensile Questo Trentino Ettore Paris e il portavoce del Coordinamento del Lavoro del Porfido Walter Ferrari, saranno intervistate in occasione di alcune puntate del podcast”.
Gran parte del materiale usato per preparare le puntate proviene dall’ordinanza di custodia cautelare emessa nel luglio 2020 dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) di Trento. “Il primo passo, quindi, è stato quello di riassumere e rendere accessibili le 275 pagine dell’ordinanza”, spiega Giulia Desimio. Oltre a questo materiale, il Presidio di Trento aveva raccolto, nel corso degli anni, tutti gli articoli pubblicati sui quotidiani locali che avevano a che fare con lo sfruttamento dei lavoratori in Val di Cembra e con l’impatto ambientale di alcune scelte politiche e imprenditoriali.
Dopo l’episodio del 9 maggio, usciranno altre nove puntate del podcast su Spotify, una ogni settimana. Si può trovare il link che rimanda al podcast sulla pagina Facebook “CAVEat Libera Unitn”. Alcuni episodi sono fatti a mo’ d’intervista, altri invece sono più narrativi e si concentrano su determinati aspetti della questione, cercando di sviscerarla il più possibile.
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