Settima tappa che sulla carta sembra semplice, ma le intemperie e la fatica dei giorni precedenti possono riservare dei trabocchetti. Si va da Notaresco a Termoli, 181 chilometri lungo la costa adriatica. L’arrivo di oggi prevede uno strappo a 1800 metri dal traguardo che potrebbe rovinare i piani dei velocisti puri, con un primo tratto al 12% che spiana infine al 5%.
Fin dalle prime battute della frazione, la fuga si concretizza nell’attacco di tre corridori: Simon Pellaud (Androni Giocattoli-Sidermec), Umberto Marengo (Bardiani CSF Faizanè) e Mark Christian (Eolo Kometa). Il gruppo li tiene sempre costantemente sotto controllo ed infine riesce a riacciuffarli a 17 km dal traguardo. I treni dei velocisti prendono in mano la situazione per un finale adrenalinico. Il muro fa selezione, e le tre squadre messe meglio sono state quella della Bora Hansgroe, della Lotto Soudal e della Uae Team Emirates, rispettivamente per Sagan, Caleb Ewan e Gaviria. Proprio quest’ultimo prova ad anticipare tutti, ma la sua volata comincia troppo presto. Sagan si tocca con Pasqualon ed è costretto a rallentare. Come in precedenza però, arriva da dietro, lanciato come un razzo, l’australiano Caleb Ewan. Il diavolo tasmaniano incendia l’asfalto e lascia la polvere e gli avversari dietro di sé, andando a conquistare la seconda vittoria al Giro d’Italia. Maglia rosa ancora ad Attila Valter, mentre la maglia ciclamino va al vincitore di tappa Caleb Ewan.
Oggi è festa di pesce in tutte le salse. Dopotutto costeggiamo il mare e qui il pesce è il pane quotidiano. Fate largo quindi alla pasta alla chitarra, seppie e piselli, polpo in padella e triglie all’ingorda. E mentre il sole cala sul mare, sul fuoco dei pescatori termolesi sobbolle un caldo brodetto alla termolese, fatto con gli avanzi del pescato invenduto.
Lascia una recensione