La sesta tappa del Giro d’Italia parla quasi interamente marchigiano. Si parte dalle splendidi Grotte di Frasassi, grotte carsiche sotterranee uniche nel loro genere. Gli ambienti sono vari e ampi, caratterizzati da stalattiti e stalagmiti, la sala chiamata Abisso Ancona ha addirittura un’altezza di circa 200 metri (praticamente ci può stare dento l’intero Duomo di Milano). In un saliscendi continuo si attraversa la provincia di Macerata fino ad arrivare alla prima asperità di giornata: la Forca di Gualdo (10,4 chilometri al 7,4%). La discesa successiva sarà breve, per tornare immediatamente a salire prima sullo strappo di Castelluccio e poi sulla Forca di Presta. Fino ad Ascoli sarà tutta in discesa. Tuttavia una volta arrivati nel capoluogo marchigiano si torna a salire fino al traguardo. I corridori affronteranno l’inedito colle San Giacomo, una salita di 15 km, molto pedalabile fino a 5 km dall’arrivo quando le pendenze passano dal 5% al 7%.
La tappa è vivace e pirotecnica. Fin dalle prime battute la fuga prova ad andare via di forza, ma è una continua lotta di nervi con il gruppo. Alla fine un gruppetto di otto corridori fa il vuoto, guadagnando un distacco di 5 minuti. Sulla prima salita di giornata, la Israel Startup Nation svolge uno splendido lavoro per la maglia rosa de Marchi. Lungo la discesa però si mette in testa al gruppo la Ineos Granadier, che con Filippo Ganna frantuma il gruppo maglia rosa in tre tronconi. Alessandro de Marchi quindi si ritrova da solo nel secondo troncone, mentre Egan Bernal, guidato magistralmente dalla sua squadra, guadagna secondi su secondi. Il ritmo di Ganna fa male a molti e il meteo gli dà man forte. Pioggia e freddo investono i corridori. Mohoric, Mäder, Mollema e Cataldo allungano nel gruppo in fuga e si gettano a capofitto nella discesa dopo il GPM di Forca di Presta. Dal gruppo principale, invece, scattano in discesa Ciccone, Bardet e Bettiol provando a riacciuffare la fuga di giornata. Filippo Ganna come una locomotiva trascina il gruppo dei migliori e riprende i contrattaccanti, mentre i quattro in fuga mantengono un distacco di 2′ e 45”. Sull’ultima salita la Ineos Granadier divora anche l’asfalto e lo svantaggio della fuga si riduce, piano piano.
Un ultimo chilometro infernale sul colle San Giacomo decreta la vittoria di tappa per Mäder, mentre Ciccone, Bernal e Remco Evenepoel dimostrano una gamba sopraffine e un graffio da campioni. Per soli 11 secondi Evenepoel perde la maglia rosa, che viene indossata dal migliore dei giovani: l’ungherese Attila Valter. Chiude il podio della classifica generale Egan Bernal, a 16 secondi dalla nuova maglia rosa.
Oggi bisognerebbe festeggiare con le olive ascolane, forse le olive più conosciute in tutta Italia. Tuttavia consiglio di tagliare delle belle fette di pane e assaporare il principe dei salumi delle Marche: il ciauscolo, talmente morbido che si può anche spalmare.
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