Sei il presidente di una Provincia alle prese con la faticosa, impegnativa, logorante approvazione di una manovra finanziaria molto attesa da chi in questi lunghi mesi della pandemia ha visto assottigliarsi il bilancio familiare, il fatturato della propria azienda, o magari ha atteso inutilmente una chiamata al lavoro da stagionale? Ti senti messo sotto pressione dall’opposizione e dai sindacati, che muovono critiche e avanzano le loro controproposte? Niente paura. Basta un post azzeccato sulla tua pagina Facebook – che la stampa “amica” subito rilancia a livello nazionale – e, voilà!, il gioco è fatto.
“Non possiamo continuare ad accettare l’arrivo di migliaia di immigrati clandestini sulle nostre coste”, posta il presidente della Giunta provinciale di Trento, Maurizio Fugatti, sulla sua pagina Fb. Poche righe, accompagnate dalla foto di un Fugatti pensoso, penna in mano, intento a firmare… cosa? un decreto d’espulsione? (Non gli compete, ma chissà quanto gli piacerebbe…).
Il messaggio è chiaro: migranti = clandestini = irregolari = minaccia alla sicurezza = problema di ordine pubblico = ci pensi l’Europa. Basta scorrere i commenti in calce, per capire che il Fugatti ha colto nel segno. “Grande presidente”. “Fiero di averti come presidente”. Qualcuno prova a ricordare che anche i migranti, in fondo, sono persone e si becca severe reprimende.
Che dire? La risposta migliore al post di Fugatti ci pare la diano, indirettamente, Daniel, Ionela, Alex, Endri, Klea, Alessia, Raluca, Michelle, Melissa, Maicol (un bel miscuglio di nomi, non trova, presidente?) con il maestro Corrado della classe 5ª della scuola primaria “Odoardo Focherini e Maria Marchesi” di Rumo: in una lettera a un quotidiano locale commentano le ultime stragi di migranti nel Mediterraneo (“nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 aprile, sono morte circa 130 persone annegate perché scappavano dall’ Africa… e nessuno è intervenuto a salvarle “) e raccontano della loro voglia, anzi, della loro necessità di saperne di più.
Tanto da informarsi, nell’ora di Educazione civica, a partire da un articolo del “sovversivo” Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, per scoprire, come scrivono, che ci sono responsabilità dei governi d’Europa, per queste morti, ma anche che nessuno può chiamarsene fuori. E raccontano anche del loro incontro, due anni fa, nella loro piccola scuola, con i migranti: “giovani, donne, bambini, ragazzi come noi!“. Un incontro, immaginiamo, reso possibile grazie all’esperienza di accoglienza diffusa che aveva fatto del Trentino un modello e contro la quale si è accanita con pervicacia proprio la Giunta Fugatti. E non vedono l’ora, aggiungono, di incontrare di nuovo i migranti nella loro scuola (“hanno portato a tutti noi una ventata di entusiasmo e di allegria, nonostante quello che hanno vissuto“), perché sanno – e lo gridano dalle pagine di un giornale – che “solo avvicinandosi e conoscendo le persone, le loro storie e le loro vite, si può comprendere che tutti dobbiamo fare la nostra parte”.
Non lo ha saputo dire meglio forse neppure papa Francesco nel suo Messaggio per la 55a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Vieni e vedi”.
Ce lo ha ricordato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando ha voluto premiare, tra i “nuovi eroi” d’Italia, chi l’accoglienza l’ha praticata nei fatti, ospitando in casa propria giovani migranti, avviandoli a un percorso di rispettosa, reciproca integrazione e contagiando positivamente l’inizialmente diffidente comunità locale (le loro storie sono su RaiPlay: prenda nota, presidente Fugatti).
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