Aumentano le adesioni al digiuno in solidarietà con i Migranti, partito grazie all’appello del Cantiere Casa Comune e promosso dai volontari del Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto, che scrive: “Come cittadini del mondo ci vogliamo collegare al digiuno a staffetta in solidarietà con i migranti, fratelli e sorelle che troppo spesso muoiono nella fossa comune a cielo aperto del Mediterraneo“.
Anche lo scorso giovedì 22 aprile infatti Alarm Phone aveva lanciato un tweet in cui parlava di tre imbarcazioni al largo della Libia con oltre 200 persone a bordo in situazione di stress in condizioni di mare estremamente difficili. Mentre nessun sostegno è arrivato da parte delle autorità marittime competenti, tre navi mercantili e la Ocean Vicking hanno cooperato per organizzare insieme la ricerca, ed un aereo di Frontex ha individuato poco dopo il relitto di un gommone sul quale si sarebbero trovate 130 persone, spiegano i promotori: “Di fronte a questa ennesima tragedia condanniamo e gridiamo con forza la nostra vergogna verso l’Europa che esternalizza le frontiere, aumenta i respingimenti e lascia morire in mare dei fratelli e sorelle che scappano da guerre, povertà, cambiamenti climatici e violazione dei diritti umani, condanniamo e gridiamo con forza la nostra vergogna verso le politiche migratorie del governo italiano pagate sempre con la vita da parte degli impoveriti della terra. Invitiamo tutti, credenti e laici, comunità, associazioni, movimenti, a non restare indifferenti e assuefatti di fronte a questi drammi!”.
Il digiuno e le iniziative ad esso collegate si propongono di rilanciare in primo luogo l’appello delle Organizzazioni Non Governative impegnate nel soccorso di vite umane nel Mediterraneo al Presidente del Consiglio Mario Draghi, affinché si operi al più preso per modificare l’attuale situazione: “Ricordiamo che dopo la chiusura della missione Mare Nostrum, l’avvio delle operazioni di controllo affidate a Frontex e, successivamente, il blocco degli interventi di soccorso delle organizzazioni umanitarie, il costo in termini di vite umane perse nel Mediterraneo è stato altissimo e l’accordo con la Libia non ha certo migliorato la situazione. La Guardia Costiera Libica è in realtà una creazione italiana – nata sotto la gestione degli Interni di Marco Minniti, ma poi sostenuta da tutti i governi successivi, mentre peraltro i giornalisti che indagavano venivano sottoposti a pressioni e intercettazioni indebite – per appaltare il contenimento dei flussi migratori attraverso il Mediterraneo ad una organizzazione composta da miliziani di fatto senza alcuna esperienza né interesse al soccorso”.
“Il destino dei migranti – donne, uomini e bambini – che si avventurano in questi viaggi è in realtà oggi quello di morire in mare perché non soccorsi (o a volte uccisi dalle stesse motovedette libiche), oppure di essere riportati nei campi di concentramento della Libia e destinati a trattamenti disumani, mentre dall’altro lato del mare il nostro paese volge gli occhi altrove”, prosegue il testo dell’appello, che invita i cittadini ad unirsi nel digiuno, “in particolare comunione con la comunità islamica durante il tempo di Ramadan e in solidarietà profonda con le vittime del Mediterraneo, i loro familiari e tutti i migranti che, sulle rotte del mondo, si muovono verso il sogno di una vita migliore, di giustizia e di dignità“.
Queste le prime adesioni, alle quali si stanno aggiungendo altre persone:
giovedì 29 aprile
Bruna Travaglia
don Gianni Damolin
venerdì 30 aprile
Paolo Rosà
Vincenzo Passerini
Tatiana Brusco
sabato 1 maggio
Don Cristiano Bettega
Andrea Trentini
Paolo Gatti
Paolo Lima
domenica 2 maggio
Luisa Zanotelli
Marzari Roberto
padre Alex Zanotelli
Enrico Segnana
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