Boscaiolo morto in val di Fiemme, non è solo tragica fatalità: la nota dei sindacati

L’elicottero del 118 sulla piazzola dell’ospedale Santa Chiara. Foto d’archivio

“La drammatica scomparsa del giovane lavoratore travolto da un tronco in Val di Fiemme suscita profonda amarezza, accanto ad un senso di impotenza. Ancora una volta forse non è stato fatto abbastanza per rendere realmente sicuri i luoghi di lavoro, soprattutto quelli a maggior rischio come in questo caso”. Si apre così la nota di Cgil Cisl Uil, dopo la morte di un operaio forestale trentenne che lavorava in un cantiere nei boschi della Magnifica Comunità della valle di Fiemme in val Moena, sopra a malga Forame.

Morire di lavoro non è mai una tragica fatalità – sottolineano ancora i sindacati – ma è molto spesso legato a condizioni di lavoro inadeguate, situazioni di precarietà e anche contesti di irregolarità. Nel caso del giovane boscaiolo straniero saranno gli organi competenti a verificare eventuali responsabilità. Resta comunque la consapevolezza che questa piaga si combatte solo rafforzando i controlli e rendendo più efficaci e capillari le azioni di prevenzione. Per questa ragione – conclude la nota di Cgil Cisl Uil – è fondamentale ampliare gli organici dei servizi ispettivi e dell’Uopsal, perché la cultura della sicurezza non si riduca a mera formalità ma sia quotidianità vissuta in ogni luogo di lavoro”.

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